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Cadorago (Varese) - «Sentivamo le urla, le richieste di aiuto da dietro la porta. I miei genitori sono scesi e hanno tentato di intervenire, ma nessuno ha aperto e hanno potuto solo chiamare i soccorsi". La famiglia che abita al terzo piano della palazzina di via Leopardi 9, dove ieri mattina è stata uccisa Valentina Di Mauro, ha cercato di prestarle aiuto, ma nonostante le voci e i colpi ripetuti sulla porta che provenivano dal pianerottolo, Marco Campanaro, magazziniere di 37 anni, non si è fermato. Forse non li ha nemmeno sentiti, preso dalla rabbia con cui stava sferrando coltellate alla sua compagna. Poi è andato in camera da letto, in mutande e coperto di sangue, si è sdraiato e ha aperto solo quando si sono presentati i carabinieri. La donna era morta, a 33 anni, a causa di una serie di coltellate sferrate ovunque con un coltello preso dai cassetti della cucina. Un’aggressione improvvisa, che non è stata preceduta da nessuna avvisaglia, nessuna tensione o preoccupazione percepita da chi gli viveva accanto: amici e familiari erano contenti nel vedere quella coppia che pubblicava foto sui social per raccontare una felicità che avevano voglia di esibire. Per questo ieri mattina alle 4.30, quando le urla della donna si sono sentite per tutto il condominio, i vicini hanno subito temuto che stesse accadendo qualcosa di grave. Non hanno avuto paura, sono scesi dal terzo piano al primo, hanno cercato di intervenire, di capire se potevano fare qualcosa per aiutare quella giovane donna che poco dopo sarebbe morta. Hanno sentito le sue ultime grida, la paura. Hanno chiesto aiuto e chiamato i carabinieri. Pochi minuti dopo sono arrivati i carabinieri e il 118, ma a quel punto era stato già commesso un omicidio. Un gesto che appare incomprensibile, una coppia affiatata. Conviventi da ...
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