Faggeto, uccide l'amico con un colpo di pistola: chiede di patteggiare

Indagini concluse: l'omicidio di Roberto Fusi fu accidentale

Il cassonetto setacciato dall'Arma durante le indagini

Il cassonetto setacciato dall'Arma durante le indagini

Como, 1 giugno 2020 -  L’omicidio di Roberto Fusi trovato senza vita la mattina del 7 marzo in un parcheggio della provinciale Lariana, a Faggeto Lario, fu accidentale e potrebbe essere definito con un patteggiamento. Il sostituto procuratore di Como Mariano Fadda ha concluso le indagini e chiesto il giudizio immediato per il responsabile di quella morte, Antonio Ballan, cinquantaduenne di Como, accusato di omicidio colposo e detenzione illegale di arma.

Confermando la ricostruzione fatta dallo stesso Ballan di quanto era avvenuto la sera prima nella sua abitazione di Como, in via Teresa Ciceri. Davanti a Fusi, suo coetaneo e amico, stava maneggiando una pistola calibro 9.21, da cui Ballan aveva rimosso il caricatore: l’aveva poi puntata verso Fusi, esplodendo un colpo per gioco, senza sapere che era rimasto un proiettile in canna. Fusi era stato ucciso sul colpo, raggiunto al volto dal proiettile. Lasciato solo dalle altre due persone che erano con lui, fuggite per lo spavento, Ballan, preso a sua volta dal panico, aveva avvolto il corpo in alcune coperte, caricato in auto e portato fino a Faggeto, abbandonandolo in un parcheggio lungo la Lariana assieme all’arma.

Proprio da quella pistola, regolarmente intestata a lui, i carabinieri lo avevano individuato, trovando però nella sua abitazione altre armi, tra cui una carabina detenuta illegalmente. Finito in carcere, Ballan aveva ottenuto i domiciliari a casa di una parente nei giorni successivi, quando il giudice aveva accolto la richiesta del suo avvocato, Riccardo Guido, e ora ha presentato istanza di patteggiamento come consentito dalle imputazioni di cui deve rispondere. Una scelta che porterà necessariamente all’esclusione dal procedimento delle due parti offese, la madre e il fratello della vittima, assistiti dagli avvocati Enrico e Michele Gelpi.