
Il giudice del Tribunale di Como non ha avuto dubbi sulla responsabilità dell'insegnante
Olgiate Comasco (Como), 8 luglio 2015 - Mentre le faceva ripetizioni private, si prendeva una serie di libertà che la bimba, ad un certo punto, non è più riuscita a tenere nascoste. Raccontando tutto ai genitori. Così ieri, un insegnate di 48 anni di scuola elementare della zona dell’Olgiatese, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere, con rito abbreviato, per violenza sessuale su una bimba di 10 anni, sua allieva. Alunna di una classe nella quale l’uomo insegnava, la bimba veniva mandata da lui anche a lezioni private, in orari extrascolastici, nella totale fiducia da parte dei genitori, che avevano scelto di affidarla allo stesso insegnante che era preparato circa le sue lacune scolastiche, ma soprattutto era persona considerata già di fiducia, con cui la piccola poteva stare senza preoccupazioni.
Tuttavia le condotte dell’uomo sono sfociate in libertà di ben altra natura, arrivando a commettere sulla sua allieva una serie di molestie sessuali. Tali che la bimba ne ha parlato con i genitori, cercando di spiegare l’angoscia che le causavano i comportamenti e le confidenze che si prendeva il maestro. Una situazione che andava avanti da tempo, e che a quel punto aveva già provocato danni importanti alla bimba a livello piscologico, come hanno stabilito i colloqui fatti successivamente, durante le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Como Massimo Astori. A suo carico, era stata ottenuta un’ordinanza di custodia cautelare, con cui era stato messo agli arresti domiciliari per un periodo. Nel frattempo, le perizie svolte sull’indagato anche su sollecitazione della difesa, avvocato Eugenio Zappalà, hanno escluso la presenza di un vizio di mente, riconoscendolo consapevole dei gesti compiuti nei confronti della bimba. Ieri il gup Ferdinando Buatier ha disposto una provvisionale di 30mila euro a favore della famiglia, che si è costituita parte civile nel processo assistita dall’avvocato Walter Gatti, e stabilito l’interdizione perenne dell’imputato da qualsiasi ruolo legato a impegni scolastici o educativi.