FEDERICA PACELLA
Cronaca

Nerio Fischione sovraffollato. La Garante dei detenuti:: "Chiaro disinteresse di tutti"

Ravagnani solleverà ogni mese il problema dei suicidi vissuto anche a Canton Monbello. Tra le misure per alleviare i disagi: telefonate illimitate alle famiglie, come negli altri Paesi.

Il 18 marzo era arrivato l’appello del Presidente della Repubblica a intervenire urgentemente sui suicidi in carcere. Due mesi dopo, nulla è cambiato: lo denuncia con forza, e lo farà ogni 18 del mese, la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale per il comune di Brescia, Luisa Ravagnani, in linea con l’iniziativa della Conferenza nazionale dei Garanti. "I gravi problemi che da tempo sono denunciati da garanti, addetti ai lavori e, non ultimi, dai detenuti stessi – spiega – sono ormai noti e la mancanza di risposte adeguate non può più essere ricondotta a eventuali necessità di approfondimento e analisi. Pare allora non sia più tempo di parlare di emergenza ma, nella migliore delle ipotesi, di disinteresse politico nei confronti di detenuti, agenti di polizia penitenziaria, personale che opera negli istituti e, di conseguenza, della collettività esterna. Il preoccupante numero di suicidi all’interno della popolazione detenuta (già 34 da inizio anno) rappresenta solo la punta di un enorme iceberg".

Le problematiche sono note: sovraffollamento, difficile accesso alle misure alternative, ma anche la necessità di inserire una nuova disciplina relativa alle telefonate che, come nella maggior parte dei Paesi europei, dovrebbero essere illimitate, almeno per i detenuti comuni. "La possibilità di sentire quotidianamente i familiari risulta un forte elemento di riduzione dello stress inframurario e rafforzamento dei legami familiari, necessari per un efficace reinserimento post pena. Vale la pena ricordare – sottolinea Ravagnani – che questa misura è già stata attiva per tutta la durata del periodo di emergenza pandemica e ha ampiamente dimostrato la sua efficacia positiva".

La Garante ricorda che la situazione bresciana è fra le più difficili nel panorama nazionale, in termini di condizioni detentive e, per questo, auspica un intervento immediato ed efficace per la riduzione dei numeri delle presenze negli istituti cittadini.

Tra i correttivi applicabili al sovraffollamento che costringe i detenuti a vivere in condizioni non dignitose per nessun essere umano, c’è quello evidenziato dal gruppo Carcere per i Diritti Umani, della casa circondariale Nerio Fischione, sulle modalità di applicazione della liberazione anticipata. "Nel documento – conclude Ravagnani – non c’è alcuna volontà di sottrarsi alle responsabilità derivanti dal reato ma, al contrario, un sincero desiderio di dimostrare a se stessi e alla collettività la capacità di cambiamento in positivo".