Francesco Macchi morto in incidente col monopattino: la Procura chiede l’archiviazione

Limido Comasco, nessuna violazione per l’automobilista che investì il giovane

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Limido Comasco (Como) – Francesco Macchi, trentunenne di Lurago Marinone, era morto la mattina del 13 aprile dello scorso anno, quando un’auto lo aveva urtato, mentre era alla guida di un monopattino, e lo aveva fatto finire a terra. Alla guida di quell’auto, una Opel Corsa, c’era un uomo di 37 anni di Mozzate, per il quale ora la Procura di Como ha chiesto l’archiviazione. La ricostruzione della dinamica dell’incidente, svolta dai carabinieri di Mozzate, avrebbe infatti rivelato che Macchi era uscito da una strada laterale che prevedeva uno stop prima di immettersi in via Roma, dove è avvenuto l’urto, sul tratto rettilineo all’altezza della fermata del bus.

Nella condotta del conducente dell’auto, sopraggiunto mentre la vittima si immetteva sulla strada principale, non è stata ravvisata nessuna violazione: all’esisto dei rilievi svolti sul posto, il sostituto procuratore Michele Pecoraro ha chiesto l’archiviazione del fascicolo e l’estinzione dell’ipotesi di omicidio stradale a carico dell’automobilista. Fin da subito, il trentasettenne aveva detto di essersi trovato il monopattino davanti e di non aver potuto fare nulla per evitare lo scontro. Una versione che ora, a mesi di distanza, è stata confermata dalle ricostruzioni tecniche.

L’incidente era avvenuto all’alba, poco prima delle 6: i soccorritori avevano tentato di rianimarlo, fino a consentire il trasporto in elisoccorso all’ospedale di Tradate, dove era moro poco dopo l’arrivo. Entrambi i mezzi coinvolti erano stati messi sotto sequestro, per poter svolgere una ricostruzione completa dello scontro, e arrivare a poter confermare la manovra di immissione in strada svolta da Macchi, corrispondente a quanto dichiarato dall’automobilista. Su quel tratto di strada, non erano presenti telecamere e non c’erano testimoni quel giorno, e i rilievi tecnici sono stati quindi determinanti. Ora toccherà al Gip valutare la richiesta della Procura a decidere se accoglierla o se chiedere supplementi di indagine, anche sentendo le eventuali parti civili che si vorranno costituire.