Montagna ancora fatale Precipita scialpinista Il volo di duecento metri non gli lascia scampo

Nuova tragedia a duemila metri: Gianluigi Brenna, 66 anni, di Cologne era impegnato in un’escursione in Trentino insieme a un’altra persona. Sul tratto più esposto ha perso la presa ed è finito nel vuoto.

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Montagna ancora fatale Precipita scialpinista Il volo di duecento metri non gli lascia scampo

di Beatrice Raspa

È successo di nuovo. La montagna che tradisce chi la ama follemente. A perdere la vita, ieri, è stato Gianluigi Brenna, sessantasei anni compiuti lo scorso 3 marzo, scialpinista precipitato in un canalone per duecento metri mentre compiva una escursione sul monte Bondone, in Trentino. Con lui c’era un’altra persona. L’incidente è avvenuto intorno alle 13 a quota duemila metri. Stando a quanto ricostruito Brenna, ingegnere di casa a Cologne, mentre percorreva un tratto esposto del Cornetto ha perso la presa ed è scivolato nel vuoto, scomparendo dalla vista del compagno, il quale sgomento non ha potuto che chiamare il 112. I due salivano, stavano affrontando il percorso che porta in quota lungo il versante ovest verso Cavedine e la valle dei Laghi. La Centrale unica di Trentino emergenza ha inviato in quota l’elicottero con i soccorritori e il Soccorso alpino. Tecnici e personale medico si sono calati sul luogo del dramma con il verricello. La speranza che Brenna fosse ancora vivo si è subito infranta contro l’evidenza dei fatti, ovvero per lo scialpinista bresciano non c’era più nulla da mettere in atto che potesse salvargli la vita. La lunga caduta nel canalone non gli ha lasciato scampo. Il sessantaseienne è stato recuperato e trasportato in volo a Cavedine.

Venerdì un’altro sciatore è stato più fortunato quando è stato travolto da una valanga mentre praticava scialpinismo Val Sclanera, nella zona Plaghera. L’escursionista indossava l’airbag e questo gli ha permesso di restare in superficie, di “galleggiare“ nella neve; è stato trascinato verso valle per circa 300 metri.