PAOLA PIOPPI
Cronaca

Molestie sul bus e rapina. A processo il tunisino nega: "Non ho fatto niente"

Il venticinquenne è accusato di due reati verso una qundicenne e un sedicenne. Gli episodi sono avvenuti a poche ore di distanza a Como nell’ottobre 2023.

L’ingresso del Tribunale di Como La Procura contesta a un tunisino di 25 anni molestie sull’autobus numero 6 e il giorno successivo una rapida a un ragazzo di 16 anni

L’ingresso del Tribunale di Como La Procura contesta a un tunisino di 25 anni molestie sull’autobus numero 6 e il giorno successivo una rapida a un ragazzo di 16 anni

Il giorno prima le molestie a una ragazza sul bus, poi la rapina del portafogli a un ragazzino di 16 anni. Due episodi avvenuti a poche ore di distanza, il 29 e 30 ottobre 2023, che ieri hanno condotto a processo Mohamed Rihai, tunisino di 25 anni, che era stato arrestato il giorno stesso della rapina dalla Squadra Volante. La pattuglia era intervenuta in centro città, dove due giovani nordafricani - secondo le accuse Rihai e Mohamed Mehouachi, connazionale di 34 anni, la cui posizione è stata separata - avevano avvicinato un ragazzino comasco di 16 anni, chiedendogli di cambiare 10 euro, salvo poi spintonarlo e strappargli una banconota da 5 euro. I due erano poi fuggiti verso i portici Plinio, dove erano stati rintracciati e fermati dalla pattuglia, chiamata dalla vittima e da un amico.

Ieri il ragazzo è stato sentito in aula e ha confermato tutto, anche di essere stato spintonato. Ma nel frattempo gli agenti avevano attribuito a Rihai un altro episodio, molestie sessuali che sarebbero avvenute il pomeriggio precedente a bordo dell’autobus numero 6: una ragazzina comasca di 15 anni, che era con un’amica, si era improvvisamente rivolta all’autista, in lacrime, chiedendo aiuto, perché il giovane accanto a lei si era adagiato addosso appoggiandosi alle sue spalle, spingendola contro il finestrino e mettendole una mano sull’inguine. Tuttora detenuto in aggravamento della misura dopo un’evasione dagli arresti domiciliari, è stato mandato da oggi nuovamente ai domiciliari da una zia.

Ieri l’imputato ha negato le accuse: "Della rapina non so nulla – ha detto – ero con un altro ragazzo conosciuto poco prima in Questura, dove mi avevano convocato. Ho visto che parlava con qualcuno per strada, ho notato un movimento ma io non ho fatto né visto niente". Quanto alle molestie di cui è accusato, parzialmente riprese dalle telecamere interne all’autobus, ha detto: "Non ho toccato la ragazza, e non ho visto che si è messa a piangere. Le ho salutate, fatto i complimenti e mi sono alzato quando si sono alzate anche loro". Il processo prosegue a giugno.