Età media sempre più bassa, numeri sempre più elevati e forte pressione dalle famiglie di origine affinché trovino un lavoro. È un quadro in costante evoluzione quello dei Minori stranieri non accompagnati (Msna), che, secondo l’aggiornamento ministeriale al 31 dicembre 2023, nel Bresciano sono stabili a quota 200 (207 per l’esattezza). A livello regionale, se ne contano 2777.
"Ma ce ne saranno realmente almeno 4mila – spiega il Garante per l’infanzia e l’adolescenza di regione Lombardia, Riccardo Bettiga - contando quelli che non entrano nelle maglie del sistema". Avere dati più precisi è uno degli obiettivi del tavolo regionale istituito dall’assessorato alla famiglia, per affinare il sistema degli abbinamenti con i tutori volontari. "Oggi siamo a 600 tutori attivi a livello lombardo", sottolinea Bettiga. Si registrano, però, ritardi negli abbinamenti tutore-Msna, come rilevato anche dall’associazione Tutori Lombardia Msna odv.
"Magari arriva la comunicazione al tutore che è stato assegnato il ragazzo – spiega Gabriella Bonometti, referente provinciale per i tutori bresciani – ma prima della validazione passano tempi lunghi". Le ragioni dei ritardi, come spiegato da Bettiga, sono varie: il criterio della distanza geografica, ad esempio, fa sì che restino in stand-by tutori che risiedono in zone con poche strutture di accoglienza; la prassi è che per i 17enni non venga attivata la procedura di nomina. Per migliorare il sistema, l’ufficio del Garante regionale ha messo a disposizione dei 2Tribunali dei minori di Brescia e Milano del personale dedicato agli abbinamenti.
"Oggi il grande problema è la carenza di strutture – sottolinea Bettiga – spesso i Msna vengono mandati fuori regione. Servono più tutori, più posti e meglio distribuiti perché non va bene che ce ne siano più di 1200 a Milano". Per Bonometti servirebbero anche più strutture diversificate. "I bisogni sono diversi, ma la risposta è per lo più una soluzione abitativa – spiega -. A Brescia il fenomeno è cambiato in pochi anni. Nel 2019 erano pochissimi Msna, oggi siamo a più di 200. Prima, inoltre, si riusciva a convincere le famiglie di origine a far intraprendere percorsi di studio, mentre ora c’è una pressione crescente perché lavorino".