La denuncia di mamma e figlio Dieci anni di violenza inaudita

I referti ospedalieri testimoniano l’incubo inflitto dal padre-aguzzino, ora in carcere

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Paola Pioppi

COMO

La denuncia è arrivata dopo più di dieci anni di maltrattamenti commessi con una violenza continua e inaudita nei confronti della moglie e del figlio, anche quando il ragazzo era ormai maggiorenne. Un incubo tenuto nascosto tra le pareti domestiche fino a quando il racconto lungo, dettagliato, preciso e ritenuto credibile da carabinieri e giudici ha portato in carcere un italiano di 47 anni, residente nella cintura comasca. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Menaggio in questo ultimo mese, dopo aver ascoltato madre e figlio che hanno portato referti ospedalieri, racconti di lesioni prodotte anche con un bastone cui era stato fissato un pezzo di ferro o utilizzando un telefono cellulare introdotto con forza in bocca al ragazzo fino a provocare danni interni, perché aveva scoperto che si sentiva con una ragazza a lui non gradita.

Consumatore di alcol e droghe, l’uomo avrebbe iniziato i gravi maltrattamenti già dal 2005, quando la donna era incinta del bimbo. Gli anni successivi sono stati connotati da episodi sempre più gravi: minacce di morte e di tortura, insulti e denigrazioni ma soprattutto aggressioni fisiche, anche con manganelli e corpi contundenti. Ricoveri ospedalieri periodici, la falange di un dito lussata, un timpano sfondato. Per poi passare a picchiare ferocemente anche il bimbo, già da quando aveva due o tre anni. Obbligandolo ad assistere ai pestaggi quotidiani che subiva la madre, alla distruzione della casa. Nel 2008 la frattura della mandibola della moglie con un pugno era sfociata nella condanna a quattro mesi di reclusione per lesioni, ma era rimasto un episodio sporadico, l’unico denunciato.

Nel frattempo le violenze erano proseguite quasi ogni giorno, aggiungendosi agli episodi precedenti: tra i più gravi, la testa della donna sbattuta contro la parete della vasca da bagno, fino a farle perdere i sensi. Per scatenare la sua violenza non serviva un motivo: quasi sempre l’uomo rientrava a casa carico di rabbia e si scagliava contro moglie e figlio. Dopo anni di questa vita, la donna e il ragazzo sono riusciti ad allontanarsi e a denunciarlo.