PAOLA PIOPPI
Cronaca

Maltrattamenti ai bimbi disabili: "Regime di violenza e paura". Quattordici a rischio processo

Gli ex operatori di Villa Santa Maria, nel Comasco, hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini .

Gli ex operatori di Villa Santa Maria, nel Comasco, hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini .

Gli ex operatori di Villa Santa Maria, nel Comasco, hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini .

TAVERNERIO (Como)Maltrattamenti nei confronti di degenti, anche giovanissimi o bambini, ospiti del Centro Multiservizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Villa Santa Maria di Tavernerio: è quanto ipotizza il procuratore capo Massimo Astori nei confronti di 14 operatori sanitari, attualmente non più in servizio nella struttura, che nelle ore scorse hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Sono accusati di aver "abitualmente" maltrattato tra il 2018 e 2021 una quindicina di ospiti che seguivano e che erano quindi stati loro affidati. Gli atti sono stati notificati ad Annalisa Melchior, 32 anni, Nicola Piazzolla, 27 anni, Vasile Popa, 54 anni, Oksana Oliynyk, 50 anni, Luca Artuso, 31 anni, Piera Catino, 57 anni, Michele Testori, 48 anni, Armando Catuozzo, 67 anni, Giulio Salvatore Sanfilippo, 51 anni, Giovanni Bozzuto, 43 anni, Fabrizio Trombetta, 61 anni, Davide Pozzoli, 30 anni, Simone Carsetti, 47 anni, Luigi Sannino, 46 anni.

Tutti sono accusati di aver infierito su bimbi "affetti da patologie psichiche e fisiche altamente invalidanti quali autismo, ritardo mentale grave, quadriplegia congenita, epilessia, sordità, encefalopatia e altre". Condizioni per cui necessitano di assistenza continua, in quanto "incapaci di svolgere le ordinarie e quotidiane funzioni vitali quali cura dell’igiene personale, alimentazione, cura della persona, socialità" oltre che "incapaci di percepire correttamente la realtà e di comunicare con l’esterno".

Anche le modalità, secondo la Procura, sarebbero state simili per tutti gli indagati: instaurando "un quotidiano regime di disciplina improntato a violenza e paura per sottomettere gli ospiti, risolvere sbrigativamente situazioni di criticità con i più problematici, contenere brutalmente le loro manifestazioni patologiche attraverso percosse, vessazioni, limitazioni della libertà di movimento, ingiurie, minacce, mortificazioni e privazioni". Una condotta che sarebbe stata collettivamente condivisa, dicono le imputazioni. In questo modo "contribuivano ciascuno, oltre che con i propri maltrattamenti, anche con il proprio assenso e con l’omissione di qualsiasi intervento protettivo in occasione delle violenze dei colleghi cui assistevano, a rafforzare il proposito criminoso degli altri, istituendo così un regime di maltrattamento “ambientale“ da tutti condiviso quale ordinario e comune metodo di lavoro".

Ora gli indagati potranno chiedere di essere interrogati per rendere la loro versione delle condotte tenute con i bambini che erano stati loro affidati, puntualmente individuati durante le indagini.

Paola Pioppi