
La delegazione a Roma
Lomazzo (Como), 3 maggio 2016 - Il 24 aprile del 2015 sul Naviglio Grande a Cuggiono Michael Mandolfo di 14 anni era in compagnia di amico e decise di fare un bagno. Dopo pochi minuti l’amico tornò in superficie mentre lui non riemerse più. Vennero chiamati i vigili del fuoco e i sommozzatori trovarono «Michi» a circa due metri di profondità. L’elicottero era decollato da Malpensa dove era in servizio come appoggio per Expo e questo permise di guadagnare qualche minuto. Sull’apparecchio c’erano Luciano Fascendini 55 anni sub dal 1984 insieme a Raffaele Smiraglia che recuperarono e prestarono i primi soccorsi al ragazzo. Con l’elicottero fu portato al Niguarda e poi al San Raffaele dove hanno tentato il tutto per tutto con la Rianimazione extracorporea. Incredibilmente anche a livello celebrale non ha avuto danni ma per evitare la necrosi a una gamba l’arto è stato amputato sotto ginocchio destro.
Michael era rimasto sott’acqua per 42 minuti e il fatto che sia vivo rappresenta un miracolo. Il 30 aprile c’è stata un’udienza dal Papa a Roma, una giornata dedicata ai corpi di polizia, e i due vigili del fuoco con il comandante del corpo nazionale Gioacchino Giomi, la famiglia e lo stesso Michael hanno portato la loro testimonianza. «Una grande gioia che ripaga tutti i sacrifici che si fanno. Se ci credi qualche risultato buono arriva». Così Luciano Fascendini commenta il giorno dell’udienza papale l’intervento che ha salvato la vita al giovane. Bisogna però ringraziare tutti quelli che hanno preso parte all’operazione e i sanitari, non solo Raffaele e me che ci siamo tuffati. Il periodo da aprile ad agosto 2015 abbiamo fatto oltre 80 interventi con vari salvataggi». Davanti a oltre 80mila fedeli i pompieri eroi e Michael hanno portato le loro esperienze.
«È stata una cosa molto bella da vivere - afferma Fascendini - racconti qualcosa al mondo intero e questo ti ripaga di tutti gli sforzi che facciamo. Siamo stati insieme a questo ragazzo per cinque giorni, siamo andati al centro protesi e lo abbiamo coccolato, lo avevamo già incontrato a Bosio quando era uscito da rianimazione. Rivedere un ragazzo che pensavi essere morto quando lo hai trovato sott’acqua è straordinario. Generalmente recuperiamo salme e riuscire a salvare un giovane dopo 42 minuti sott’acqua è incredibile e di questo il merito è dei medici che hanno fatto l’impossibile».