Liquidazione bloccata da sette anni. Le diffide dei pensionati pubblici

Pronti alle vie legali i dipendenti che non hanno ancora ricevuto il dovuto

Liquidazione bloccata da sette anni. Le diffide dei pensionati pubblici

Liquidazione bloccata da sette anni. Le diffide dei pensionati pubblici

Per ora stanno partendo le diffide, dopo di che si andrà per le vie legali. La liquidazione della pensione dei dipendenti pubblici, infatti, rischia di trasformarsi in una eredità, visto che i tempi di attesa sono in alcuni casi anche di 7 anni. "La normativa ormai di qualche anno fa – spiega Battista Alghisi, Cisl Brescia – ha previsto che chi va in pensione anticipata deve attendere 24 mesi per l’erogazione della liquidazione, 12 mesi per chi va in pensione per raggiunti limiti di età. A giugno 2023 la Corte Costituzionale ha decretato lo stop al differimento delle liquidazioni Tfs per gli statali, ma per sanare la questione deve intervenire il Parlamento".

Nel frattempo, però, si sono accumulati anni e anni di ritardo, perché l’Inps Lombardia ha concentrato sulla sede provinciale di Como l’erogazione per tutte le province lombarde (esclusa Milano), senza però rimpinguare il personale in modo da coprire questo surplus di lavoro.

"Dall’1 marzo, tutto è tornato in carico alle sedi Inps provinciali, ma restano tutte le pratiche arretrate. Per dare un’idea delle dimensioni, rispetto alle pratiche pensionistiche seguite da noi a Brescia, il 30-40% subisce ritardi oltre i tempi previsti dalla legge. La categoria più colpita è quella di lavoratrici e lavoratori della scuola".

Ora i Pensionati Cisl hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione, con il patronato Inas Cisl, per seguire le vittime dei ritardi cronici che possono compilare il modulo di diffida da inoltrare all’Inps. "Il differimento della liquidazione per i dipendenti pubblici – denuncia la Fnp Cisl – è stato un’enorme operazione di finanziaria per fare cassa, a danno dei pensionati. Questi intollerabili ritardi non solo erodono il potere d’acquisto a fronte di un continuo aumento dei prezzi al consumo dei beni di maggiore necessità, ma pregiudicano la qualità della vita dei pensionati ex lavoratori pubblici, costretti anche a pagare una penalizzazione in termini di tassi di interesse qualora decidessero di rivolgersi a Istituti bancari o allo stesso Inps per avere ciò che invece spetterebbe loro di diritto".

Federica Pacella