FEDERICA PACELLA
Cronaca

La violenza che non si vede. Bambini vittime due volte

Sistematicamente esposti a minacce, liti e conflitti: un fenomeno sommerso. A Brescia sono stati 81 i procedimenti di ammonimento, 96 i piccoli seguiti. .

La violenza che non si vede. Bambini vittime due volte

Un fenomeno sommerso e ai margini, eppure rappresenta la seconda forma di maltrattamento più diffusa nel nostro Paese. È la violenza assistita (definita dal Cismai come "il fare esperienza da parte della bambinoa di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori"), che coinvolge i minori che assistono alle violenze, fisiche e psicologiche di cui sono vittime le loro madri, e per i quali non ci sono, fino ad oggi, delle forme di prese in carico specifiche. Proprio per colmare questo vulnus, all’inizio del 2021 la rete territoriale di Brescia è stata coinvolta in una sperimentazione triennale per "interventi a favore di donne minorenni vittime di violenza e minori vittime di violenza assistita", voluta da Regione Lombardia e che ha visto ATS Brescia partecipare nel ruolo di governance. "La sperimentazione ha rappresentato una occasione unica per promuovere un Piano di intervento ampio e co-progettato insieme ad attori fondamentali del territorio – ha spiegato Claudio Sileo, introducendo il convegno di presentazione degli esiti organizzato alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne -. Quello che è chiaro è che la singola istituzione non può far nulla da sola, perché serve una rete per affrontare un problema che ha molte sfaccettature, per le vittime di violenza e per i minori che assistono con conseguenze che si trascinano per tutta al vita". Un fenomeno che cresce con l’aumento della violenza di genere: secondo i dati forniti del questore Eugenio Spina, nel 2022 a Brescia sono stati 81 i procedimenti di ammonimento avviati (da gennaio a novembre), di cui 13 sono poi diventati ammonimenti; nel 2023 i procedimenti avviati sono stati 120, di cui 25 avviati. "Quando un minore – aggiunge Andrea Tinelli, giudice III sezione civile del Tribunale di Brescia – è sistematicamente esposto a minacce, liti, conflitti estremi, è anche quella una forma di violenza, che comporta segni talora anche permanenti. Abbiamo visto anche casi peculiari, in cui il conflitto tra genitori era talmente forte da non accorgersi del disagio vissuto dai minori anche fuori dalla famiglia, in quanto vittime di bullismo". Durante il percorso di Ats Brescia sono stati seguiti 96 minori di tutti i distretti sociosanitari del territorio, che sono stati protagonisti degli interventi realizzati: è emerso che l’esistenza di segnali inascoltati, se precocemente colti, avrebbero potuto lasciare una impronta traumatica diversa.