La mappa delle sorgenti. Il censimento del Cai aiuta la scienza a proteggere l’acqua

L’idea coinvolge tutta la popolazione nella realizzazione di uno studio

La mappa delle sorgenti. Il censimento del Cai  aiuta la scienza a proteggere l’acqua

La mappa delle sorgenti. Il censimento del Cai aiuta la scienza a proteggere l’acqua

È passato meno di un anno dalla grande emergenza idrica. Fiumi secchi, laghi ai minimi storici, la guerra dell’acqua fra pianura e montagna, fra chi gestisce i livelli dei bacini dell’Alta Lombardia e chi deve dissetare le campagne. Dopo le abbondanti precipitazioni di questo periodo sembra difficile pensare a quanto preoccupante fosse la situazione e quanto lo possa essere nel futuro, ma c’era chi aveva coinvolto gli speleologi per andare a caccia dell’acqua nelle viscere della terra, come nell’Altopiano di Cariadeghe di Serle, nella Bergamasca.

Nasce da questa esigenza l’idea del Club Alpino italiano: un censimento di tutte le sorgenti, anche le più piccole. Un progetto di ”citizen science”, capace quindi di coinvolgere tutta la popolazione, chiamato “Acqua Sorgente” e che intende fornire alla comunità scientifica un pacchetto di informazioni utili alla tutela di uno dei beni più preziosi. Capire quante sono e dove si trovano le sorgenti presenti lungo la rete sentieristica sulle montagne è l’obiettivo del nuovo progetto. Oltre al censimento, l’intento è studiare la variazione della loro portata nel tempo e gli altri parametri fondamentali per la loro conoscenza e tutela. "Grazie ai suoi oltre 346mila soci, infatti, il Cai è in grado di progettare e realizzare una mappatura completa delle sorgenti naturali di montagna in tutto il territorio nazionale, per mettere a disposizione di tutti la fotografia di una realtà che purtroppo nei prossimi decenni sarà soggetta a repentini e drammatici cambiamenti", spiega Antonio Montani, presidente del Cai.

"Abbiamo già effettuato un lavoro preliminare, raccogliendo e mettendo insieme i dati dei database regionali già esistenti, ottenendo il numero di 117.422 sorgenti presenti nei territori montani di tutta Italia", afferma il coordinatore del progetto Alessio Piccioli, presidente della Struttura operativa sentieri e cartografia del Cai. "Per la buona riuscita, è fondamentale la partecipazione dei frequentatori più assidui della montagna, che possono garantire una continuità del dato nel tempo, indispensabile per poter capire come cambiano le sorgenti. La semplicità e il poco tempo necessario per eseguire le operazioni richieste consentono di eseguire il monitoraggio durante le consuete escursioni in montagna". "L’anno 2023 appena trascorso ha segnato nuovi record di aumento delle temperature globali, spiega Matteo Nigro, coordinatore scientifico del progetto.

"Tra gli effetti principali del cambiamento climatico sulle zone montane vi è lo scioglimento accelerato dei ghiacciai, la diminuzione della copertura nevosa e del periodo di innevamento persistente, oltre all’incremento delle condizioni di siccità, sia per quanto riguarda la frequenza che la durata. Tutte queste modificazioni impattano negativamente sulla ricarica e sulla disponibilità delle risorse idriche. In questo contesto, le sorgenti d’acqua montane sono sia una risorsa effettiva per l’approvvigionamento idrico, che delle sentinelle dei cambiamenti del ciclo idrologico". I dati permetteranno di acquisire maggiori informazioni sul ciclo dell’acqua. Hanno già manifestato il proprio interesse diversi potenziali partner universitari e di ricerca per l’approfondimento dell’analisi scientifica dei dati prodotti.