Infermieri, medici e operatori "L’intera assistenza è in crisi"

Lecco, la denuncia della rete del welfare: sistema a rischio dopo il Covid

Infermieri, medici e operatori  "L’intera assistenza è in crisi"

Infermieri, medici e operatori "L’intera assistenza è in crisi"

LECCO

Non mancano solo medici e infermieri, è un po’ tutto il mondo del welfare locale a essere andato in crisi dopo la pandemia e forse per colpa di quest’ultima. A Lecco Confcooperative dell’Adda, Fondazione Comunitaria del Lecchese e Fondazione Pro Valtellina di Sondrio hanno deciso di vederci chiaro finanziando uno studio dell’Università di Trento per stabilire le ragioni di questo male profondo che rischia di paralizzare un intero settore. "La carenza di "operatori della cura" è un problema che interroga tutti non solo gli addetti ai lavori – spiega Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus –. A rischio c’è il sistema di welfare e quindi di risposte ai bisogni di chi vive nelle “fragilità”. Questo studio sarà occasione di collaborazione importante per le due fondazioni comunitarie e per i territori interessati".

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Una crisi di personale maturata all’indomani della pandemia che ha investito tutto il territorio lombardo e in particolare le province di Lecco e Sondrio dove, insieme a Como, la vicinanza con la Svizzera gioca un ulteriore ruolo di disturbo rispetto a un’offerta di personale specializzato estremamente limitato. Da tempo le associazioni del Terzo settore, ma anche le Ats e Asst denunciano che non si trovano assistenti sociali, educatori, operatori socio-sanitari, infermieri. La ricerca sociale affidata alla Fondazione Euricse dell’Università di Trento servirà ad analizzare in modo scientifico e comprendere le istanze e i cambiamenti che le nuove generazioni portano rispetto alle professioni di welfare e più in generale dell’economia sociale. Un modo per rendere più attrattivo il lavoro sociale e sanitario e le imprese che se ne occupano, ripensare il sistema dei servizi accogliendo le istanze provenienti dai più giovani, possono rappresentare delle leve su cui fare forza e, in prospettiva, invertire una tendenza che sembrerebbe vedere le nuove generazioni meno inclini a scegliere questo tipo di professione.

L’indagine coinvolgerà 37 cooperative, un’impresa e due consorzi sociali e si baserà su interviste a 1.200 giovani operatori. Le loro risposte consentiranno agli esperti di individuare i problemi e, si spera, trovare le soluzioni più idonee.

Roberto Canali