Occorre investire sulla sanità delle province di confine. A dirlo è Gianluigi Spata (nella foto), presidente dell’Ordine dei medici di Como che nel suo bilancio di fine anno ha denunciato il problema della carenza, ormai cronica, di medici e infermieri. "Sono ancora troppo poche le risorse investite in sanità, nonostante sia previsto nella legge di bilancio un incremento del finanziamento – spiega Spata –. Purtroppo, allo stato attuale, non c’è ancora chiarezza sugli investimenti per il personale sanitario che fino ad ora, in condizioni di lavoro assolutamente difficili, ha impedito il collasso del nostro sistema assistenziale sia sul territorio che negli ospedali".
Nella Finanziaria del 2024 e di nuovo in quella del 2025 è stato inserito un bonus per incentivare medici e infermieri delle zone di confine da finanziare attraverso un "contributo", che assomiglia a una vera e propria tassa e per questo è stato aspramente contestato, da far pagare ai "vecchi frontalieri" nella misura del 3-6% del reddito netto annuo con importo minimo di 30 euro e un massimo di 200 al mese. Finora il provvedimento è rimasto lettera morta per l’impossibilità di ottenere una lista dei frontalieri contribuenti dal Canton Ticino, ma l’Italia non demorde. Del resto un rimedio va trovato in tempi brevi: secondo i dati del sindacato Nursing Up mentre negli ultimi anni il valore degli stipendi delle professioni mediche in Italia ha perso il 3% del valore di acquisto per colpa dell’inflazione in Canton Ticino si è apprezzato del 10% per gli aumenti salariali e i premi. R.C.