Dogana al confine tra Italia e Svizzera
Como - Il green pass va esibito al ristorante e per accedere in piscina o al cinema, ma non al confine. A chiarirlo ci ha pensato il senatore della Lega, Stefano Candiani, intervenuto sulla discussione sorta tra i frontalieri che a Como e Varese si sono sentiti chiedere il certificato vaccinale al loro rientro in Italia. Una richiesta "irragionevole e non dovuta" secondo Candiani che sulla vicenda ha chiesto chiarimenti al Ministero dell’Interno. "Si tratta di controlli eccessivi e non richiesti che discriminano i viaggiatori italiani diretti in Svizzera ed evidenziano una mancanza di coordinamento di cui gli stessi addetti alla frontiera sono vittime, in quanto evidentemente sprovvisti delle dovute e precise indicazioni - spega il senatore della Lega -. Il Ministero deve al più presto inviare delle direttive chiare sul green pass e le situazioni in cui può essere richiesto o meno, al fine di tutelare i frontalieri e i viaggiatori italiani garantendo agli stessi operatori di lavorare senza commettere errori. In questo momento di tutto c’è bisogno fuorché di ulteriore e inutile confusione".
Sul punto è intervenuta anche Ats Insubria che, sul proprio sito, ha pubblicato un vademecum in cui si specifica che "gli obblighi di certificazione verde non si applicano ai lavoratori frontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza, abitazione o dimora". La stessa cosa vale per i turisti italiani o stranieri diretti o in transito in Svizzera che, almeno per ora, non sono tenuti all’obbligo di test o quarantena e men che meno a esibire il green pass. A meno che non decidano di fermarsi e soggiornare in un albergo o una struttura ricettiva.