PAOLA PIOPPI
Cronaca

Como, dal cimitero sparisce un’urna cineraria. Condannata la vedova del defunto che non apprezzava il tipo di sepoltura

La donna ha sempre negato di aver compiuto quel gesto. I sospetti si erano concentrati su di lei a causa del pessimo rapporto con la famiglia del marito

Del caso si erano occupati anche i Ris

Del caso si erano occupati anche i Ris

Como – Era accusata di aver violato la tomba del marito e rubato l’urna cineraria. La donna, Roberta Bordoli, 60 anni di Como, ha sempre negato di aver compiuto quel gesto, ma invano: il giudice monocratico di Como Elisabetta De Benedetto, l’ha condannata a un anno e mezzo di reclusione, per vilipendio della tomba e soppressione di cadavere per la sparizione dell’urna cineraria, subordinando la sospensione condizionale al pagamento di 3.000 euro alle parti civili costituite, i parenti del coniuge.

A processo, difesa dall’avvocato Denise Canu, era andata per dimostrare che quel furto non lo avrebbe mai commesso, e che non era nemmeno in grado di farlo. Fisicamente troppo debole per mettere a segno la devastazione della tomba. I fatti risalgono al 31 gennaio 2021, quando i carabinieri avevano ricevuto la denuncia della deturpazione di una tomba avvenuta all’interno del cimitero di Monte Olimpino: la tomba di un parente era stata trovata forzata, con la lapide frantumata e la fotografia del defunto strappata. Ma soprattutto, avevano rubato l’urna con le sue ceneri.

Attorno al loculo non erano state trovate impronte, ma la vedova era stata sospettata a causa del pessimo rapporto con la famiglia del marito, e per le plateali contestazioni che non aveva trattenuto per la sepoltura e per la foto scelta per la lapide, che a lei non piaceva. Al punto da interpellare un’impresa di pompe funebri e chiedere quale fosse l’iter per un cambio di sepoltura. Già in fase di indagini, i carabinieri di Como avevano trovato a casa della Bordoli una fotografia identica a quella sparita dalla lapide. Ma non l’urna cineraria, mai più ritrovata.