Como – Era accusata di aver violato la tomba del marito e rubato l’urna cineraria. La donna, Roberta Bordoli, 60 anni di Como, ha sempre negato di aver compiuto quel gesto, ma invano: il giudice monocratico di Como Elisabetta De Benedetto, l’ha condannata a un anno e mezzo di reclusione, per vilipendio della tomba e soppressione di cadavere per la sparizione dell’urna cineraria, subordinando la sospensione condizionale al pagamento di 3.000 euro alle parti civili costituite, i parenti del coniuge.
A processo, difesa dall’avvocato Denise Canu, era andata per dimostrare che quel furto non lo avrebbe mai commesso, e che non era nemmeno in grado di farlo. Fisicamente troppo debole per mettere a segno la devastazione della tomba. I fatti risalgono al 31 gennaio 2021, quando i carabinieri avevano ricevuto la denuncia della deturpazione di una tomba avvenuta all’interno del cimitero di Monte Olimpino: la tomba di un parente era stata trovata forzata, con la lapide frantumata e la fotografia del defunto strappata. Ma soprattutto, avevano rubato l’urna con le sue ceneri.
Attorno al loculo non erano state trovate impronte, ma la vedova era stata sospettata a causa del pessimo rapporto con la famiglia del marito, e per le plateali contestazioni che non aveva trattenuto per la sepoltura e per la foto scelta per la lapide, che a lei non piaceva. Al punto da interpellare un’impresa di pompe funebri e chiedere quale fosse l’iter per un cambio di sepoltura. Già in fase di indagini, i carabinieri di Como avevano trovato a casa della Bordoli una fotografia identica a quella sparita dalla lapide. Ma non l’urna cineraria, mai più ritrovata.