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Sfruttavano frontaliera del sesso: in due finiscono a processo

Il loro ruolo sarebbe stato solo quello di aver accompagnato la ragazza da Como a Chiasso, ma ora si trovano a processo con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione, avvenuta oltreconfine di Pa.Pi.

La giovane veniva portata da Como a Chiasso dove faceva la lucciola

Como, 13 aprile 2015 - Il loro ruolo sarebbe stato solo quello di aver accompagnato la ragazza da Como a Chiasso, ma ora si trovano a processo con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione, avvenuta oltreconfine. Antonio Laurendi, detto Totò, comasco di 52 anni e Daniele Cifrodelli, 36 anni di Saltrio, sono stati rinviati a giudizio per il febbraio 2016, al termine dell’udienza preliminare nella quale è stata stralciata la posizione di Aleksander Kristaj, albanese di 44 anni, il cui procedimento è stato sospeso in quanto diventato irreperibile. Quest’ultimo è accusato di induzione e sfruttamento della prostituzione della convivente, una connazionale che veniva regolarmente accompagnata in Svizzera, a Chiasso, per esercitare la professione.

Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, la ragazza a febbraio 2010 aveva ottenuto l’assunzione, o comunque un impiego, come entraineuse nel locale notturno di Chiasso. Kristaj avrebbe quindi contattato Laurendi per accompagnarla da Como a Chiasso, ma i guadagni delle serate sarebbero stati incassati esclusivamente dall’albanese, accusato anche di aver più volte picchiato la ragazza se i proventi erano inferiori alle aspettative. Così Laurendi si sarebbe occupato ogni giorno, almeno nelle due settimane monitorate dagli inquirenti, di portare la ragazza da casa al locale notturno, in virtù di un accordo preso direttamente con Kristaj, i cui vantaggi economici o di altra natura non sono stati meglio specificati. Per il viaggio di ritorno, a tarda ora era stato incaricato Cifrodelli, che la aspettava a fine serata e la riportava a Como: lui stesso all’epoca sarebbe stato «precariamente occupato» presso il locale. Un ruolo identico per i due italiani, accusati di aver favorito l’esercizio della prostituzione. I due hanno scelto di andare a processo senza riti alternativi.