Como, la proposta: "Apriamo l’ex chiesa a chi non ha un tetto"

Un'idea dell'associazione Como Senza Frontiere

I portici del tempio sconsacrato di San Francesco

I portici del tempio sconsacrato di San Francesco

Como, 22 maggio 2018 - Una provocazione fino a un certo punto quella avanzata dall’associazione Como Senza Frontiere, che in questi giorni ha chiesto al Comune di aprire le porte dell’ex chiesa di San Francesco per accogliere clochard e migranti ridotti a senzatetto dopo la chiusura del dormitorio invernale. «Da qualche settimana ormai decine di persone senza una dimora stabile, di provenienza locale o straniera, sono costrette a dormire in strada, in condizioni assolutamente indegne di una città non solo civile ma ricca – spiegano i volontari –. Molti si rifugiano e trovano riparo già sotto il portico dell’ex chiesa di San Francesco, assistiti da un’associazione di volontariato. Una prima temporanea soluzione è a portata di mano: basta prendere la chiave e aprire le porte dell’ex chiesa, da decenni adattata a sede di esposizioni ma da molti mesi assolutamente vuota».

Un modo per dare un tetto durante la notte alla trentina di persone che da tre settimane a questa parte sono accampate in maniera stabile nel porticato dell’edificio, a due passi dal tribunale cittadino. A suggerire una soluzione diversa pensa Barbara Minghetti, consigliere di minoranza di Svolta Civica che la scorsa settimana aveva chiesto al sindaco, Mario Landriscina, di intervenire aprendo un nuovo centro diurno e individuando uno spazio per l’accoglienza serale. «L’ex chiesa di San Francesco non è il posto giusto – spiega –: nell’attesa di trovare soluzioni definitive sarebbe meglio aprire all’accoglienza di queste persone il padiglione ex grossisti del Mercato Coperto, vicino al luogo in cui i senzatetto già si radunano per trascorrere la notte, ma molto più grande e dotato di servizi igienici». Una proposta che difficilmente verrà accolta dalla maggioranza di centrodestra, contraria ad aprire nuovi dormitori in città.

«Ho già avuto modo di spiegare ai volontari che proprio perché la nostra città è diventata luogo di transito non è pensabile destinare altre strutture all’accoglienza dei richiedenti asilo – spiega la vicesindaco, Alessandra Locatelli –. In qualità di assessore ai Servizi sociali ho deciso di incrementare, raddoppiandolo, il contributo che ogni anno viene erogato alle associazioni che si occupano di grave marginalità. In futuro lanceremo il progetto “Strade verso casa”, rivolto proprio alla grave marginalità. Ci sta a cuore il tema dei senza fissa dimora e tra breve attiveremo un progetto di “housing first” mettendo a loro disposizione appartamenti comunali dove con l’aiuto di alcuni operatori potranno riappropriarsi di una vita normale, naturalmente con precedenza per i nostri concittadini, che vi posso garantire non sono pochi».