PAOLA PIOPPI
Cronaca

Il giallo della morte di Edi Copes: arriva l’ultima archiviazione dopo indagini “impossibili”

Sorico, un mistero lungo 40 anni. il giovane era stato trovato morto in un fosso la notte tra l’8 e il 9 febbraio del 1982. Il giudice: “Se non si sa con certezza la causa del decesso non si va da nessuna parte”

Edi Copes venne trovato morto

Edi Copes venne trovato morto

Sorico (Como) – Edi Copes era stato trovato morto in un fosso, la notte tra l’8 e il 9 febbraio 1982 a Sorico, poco distante dalla strada che conduce a Ponte del Passo. Un incidente, all’apparenza, ma quella versione non aveva mai convinto nessuno, e poi più volte in questi ultimi 40 anni, la Procura di Como ha cercato di riprendere le indagini alla ricerca di nuovi elementi. Ma ora ancora una volta, il fascicolo è stato archiviato, davanti a oggettive impossibilità di proseguire nelle indagini.

Copes, secondo la versione finita agli atti, era stato colpito alla testa dallo specchietto retrovisore di un camion in transito, che lo aveva sfiorato mentre camminava in piena notte a lato della strada. E poi presumibilmente, soccorso dal camionista che avrebbe tentato di invano portarlo in ospedale, per poi tornare ad adagiarlo ormai senza vita nel punto in cui era avvenuto l’incidente. Ma i familiari, e soprattutto la madre Letizia, non hanno mai creduto all’accidentalità di quella morte, chiedendo di approfondire, in particolare, una circostanza. Alcuni pezzi di ricambio, un manubrio e un contachilometri, provenienti da una Vespa rubata, che Copes avrebbe ricevuto in regalo, salvo poi diventare il motivo di una serie di pesanti minacce ricevute in quel periodo.

Un primo tentativo di riaprire le indagini, da parte del sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso, era già avvenuto 25 anni fa, seguito da una seconda riapertura nel 2000, a fronte di nuovi elementi prodotti dai familiari di Edi. Ma anche in questo caso, senza poter proseguire. I medici legali hanno espresso pareri diversi sulla causa della morte, ritenuta compatibile sia con percosse che con una caduta dall’alto: “Se non si sa con certezza la causa della morte – dice il Gip – non si può andare da nessuna parte”.