"È stata sicuramente strangolata"

I consulenti del pg e della pm confermano: Sana Cheema è stata uccisa in Pakistan per rifiuto di nozze combinate. Autopsia conferma asfissia violenta.

"È stata sicuramente strangolata"

"È stata sicuramente strangolata"

BRESCIA

Sana Cheema? "È stata sicuramente uccisa". Parola di Vittorio Frieschi e Aniello Maiese, consulenti del pg Guido Rispoli e della pm Claudia Passalacqua, che ieri in Assise hanno illustrato la relazione sugli atti giudiziari delle autorità pakistane relativi alla morte della 25enne italo-pakistana cresciuta a Brescia. Per l’accusa Sana il 18 aprile 2018 fu giustiziata nel Paese d’origine dal padre Mustafa, 55 anni, cittadino italiano come la figlia, e dal fratello maggiore, Adnan, 35, perché rifiutava le nozze combinate. I Cheema erano già stati processati a Gujrat e assolti per insufficienza di prove. Per dribblare il principio giuridico del divieto del doppio giudizio per il medesimo fatto, la Procura generale aveva rilanciato l’imputazione nell’accezione di omicidio politico, ritenendo soppressi i diritti fondamentali della vittima.

Ieri in aula i medici legali sono partiti dall’autopsia sul corpo riesumato, il 24 aprile 2018. Allora furono eseguiti "campioni mirati nella zona del collo perché c’era il sospetto di un omicidio rituale per questioni d’onore – ha spiegato Frieschi – Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione ma fu rilevata una lussazione del corno ioide di destra, “prova regina“ che esclude la morte naturale. L’autopsia evidenzia l’asfissia come causa della morte ma nelle conclusioni la lussazione scompare. Noi diciamo che di certo Sana è morta per asfissia violenta. La modalità omicidiaria più plausibile è lo strangolamento con il doupat, foulard tradizionale, e non escludiamo una stretta al collo con un avambraccio".

I difensori hanno nuovamente eccepito la nullità del giudizio per "improcedibilità legata all’assenza di padre e figlio quando fu esercitata l’azione penale". La Corte ha rigettato l’istanza.

B.Ras.