È morto lo studente che si è tuffato nel lago

Como, ogni tentativo di salvargli la vita è risultato vano. Aveva solo 17 anni

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di Paola Pioppi

I medici dell’ospedale Sant’Anna hanno fatto di tutto per cercare di tenerlo in vita. E per ore ci sono riusciti, impedendo che il cuore di Akifemin Pinarbasi si arrestasse. Ma ieri mattina il ragazzo ha smesso di vivere, a soli 17 anni, dodici ore dopo quel tuffo maledetto nel lago di Como, che lo aveva ridotto in fin di vita.

Tedesco di origine turca, studente, era a Como in gita con alcuni amici, forse compagni di classe, con i quali venerdì sera stava passeggiando in viale Geno. Qui, verso le 21, ha deciso di fare un tuffo in acqua, andando subito incontro a un malore. Forse una congestione causata dallo sbalzo termico: Akifemin è rimasto immerso per più di una ventina di minuti, ma quando i Vigili del fuoco lo hanno recuperato e affidato alle cure del 118, si poteva ancora cercare di salvarlo. Il medico lo ha sottoposto a lunghe manovre rianimatorie in posto per intervenire sull’arresto cardiaco, fino a creare le condizioni per il suo trasporto. All’ospedale Sant’Anna è arrivato senza mai riprendersi, e qui è stato tentato tutto il possibile.

E’ stato sottoposto alla procedura "Ecmo ExtraCorporeal Membrane Oxygenation". Che significa "Ossigenazione extracorporea a membrana": una procedura di circolazione extracorporea che ha lo scopo di sostituire e ripristinare l’attività cardiaca e respiratoria, intervenendo anche sulla grave ipotermia. Akifemin ha resistito per tutte le ore della notte, reagendo alle cure. Ma ieri mattina alle 8 è stato dichiarato, purtroppo, il suo decesso.

Dalla Germania, i familiari si sono subito messi in viaggio, non appena avvisati di quanto accaduto, e ieri mattina il padre è arrivato in ospedale, ricevendo la drammatica notizia. Sul posto venerdì sera è intervenuta la Polizia, che ha ricostruito come è avvenuto l’incidente, identificato e ascoltato i testimoni, tra cui gli amici del ragazzo. Ma sulla fatalità di quanto accaduto, fin da subito non ci sono stati dubbi.

Ora il magistrato di turno della Procura di Como deciderà se disporre eventuali altri accertamenti o, invece, consegnare la salma alla famiglia disperata per la terribile perdita dell’amato ragazzo.