
L'ex caserma di Como
Como, 31 ottobre 2020 - Sono più di 300 le firme raccolte in meno di una settimana tra i residenti della zona di via Borgovico, per richiamare l’attenzione su una serie di conseguenze critiche, che potrebbero scaturire dall’apertura di un dormitorio nell’ex comando provinciale dei carabinieri, messo a disposizione dall’Amministrazione Provinciale. Un gruppo di residenti si è fatto portavoce della raccolta di firme a sostegno della petizione, iniziata lunedì, e inviata a Regione Lombardia, Provincia, Comune, Ats Lariana, Ufficio Scolastico Regionale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Prefettura e Questura.
Tra i problemi evidenziati, c’è infatti la presenza di quattro scuole nel raggio di poche decine di metri. "Abbiamo avuto un colloquio con il Presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca – spiegano i residenti – ma non ci ha fornito alcuna rassicurazione o chiarimento in ordine all’organizzazione del progetto accoglienza, e non ci sono state fornite spiegazioni in merito al programma sicurezza nella zona". La stessa Provincia, sarebbe in attesa di conoscere il progetto di accoglienza e capire da chi sarà gestito. Aspetto sul quale i residenti hanno espresso ulteriori perplessità: "La Provincia si è detta favorevole a mettere a disposizione un bene pubblico senza nemmeno conoscere chi e come lo gestirà". Una "incoerenza", come viene definita, che avrebbe trovato ulteriore conferma nelle dichiarazioni rilasciate da altre parti in queste ultime ore: "Vorrei rassicurare i cittadini che hanno espresso perplessità – ha detto il sindaco di Como, Mario Landriscina - e chiarire che questo tipo di organizzazione prevede ospitalità notturna, poi ci si organizzerà per il resto, con una gestione e delle regole di ingaggio che sono le stesse degli anni precedenti".
Di fatto , ancora non è chiaro chi gestirà il dormitorio, ma al momento sarebbero esclusi sia la Caritas che i Padri Somaschi e la Cri, già impegnati su altri fronti assistenziali. "Davanti alla sordità dimostrata dalle Istituzioni coinvolte – concludono i cittadini di Borgovico - che anziché riflettere sulla scelta improvvisata intendono pervicacemente portarla avanti, senza dimostrare di aver considerato gli interessi collettivi, umani, sociale ed economici messi in discussione, abbiamo intenzione di andare avanti. Ammesso e non concesso che si riuscirà a trovare una soluzione per la gestione del dormitorio, nulla si dice sulle preoccupazioni e le conseguenze pratiche, sotto il profilo sanitario e di ordine pubblico, che ricadranno sulla zona.