
Nicola Ostinelli e Stefano Neri soci titolari del ristorante “Il diavolo e l’acquasanta”
di Roberto Canali
Per ventitrè anni ha pagato le tasse e compilato scrupolosamente gli studi di settore, ma quando gli è capitato suo malgrado di aver bisogno dell’aiuto dello Stato si è sentito rispondere che non gli spettava un euro. Oltre al danno, enorme per chi di mestiere fa il ristoratore e dal febbraio del 2020 è costretto a lavorare a singhiozzo, è arrivata anche la beffa per Stefano Neri e Nicola Ostinelli, titolari de "Il diavolo e l’acquasanta" in via S.Giacomo a Sagnino, che si sono visti negare i ristori perché ad aprile del 2019 il loro ristorante era chiuso per ristrutturazione e quindi non c’erano parametri di riferimento in base alla legge.
"Siamo ristoratori esodati – spiega Stefano Neri che insieme al socio è andato a protestare anche a Roma, nella manifestazione organizzata da Confcommercio a Piazza del Popolo - ci hanno lasciati a zero euro ormai siamo alla canna del gas e nella nostra situazione ci sono altre 3mila attività. Con il mio socio sto vivendo un incubo, la nostra società è attiva dal 1997, nel settembre 2019 abbiamo aperto un bellissimo ristorante a Como, cessando a febbraio 2019 nella vecchia location per preparare la nuova apertura. Non siamo rientrati nella prima tornata di ristori, non avendo la comparazione tra aprile 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente in cui siamo rimasti chiusi, e neanche al forfettario che è riservato alle attività aperte nel 2019 poiché la nostra è una vecchia partita Iva, lo stesso dicasi dell’imposta sugli affitti perché non possiamo dimostrare la perdita". Una beffa che non è stata sanata neppure dai Dpcm successivi. "I ristori fanno sempre riferimento a quelli erogati ad aprile del 2020 e quindi chi non li ha percepiti continua semplicemente a non prenderli e così noi siamo rimasti a zero euro.
Il nostro è un ristorante serale e con il coprifuoco alle 18 è praticamente impossibile riuscire a lavorare. Ci hanno detto che avremo aperto durante le festività, abbiamo comprato la merce e ricevuto le prenotazioni per essere rischiusi un’altra volta. Naturalmente anche dai ristori di Natale non c’è spettato un euro. Siamo stati lasciati indietro a morire economicamente e questa volta non avremo la forza per riaprire. Non è una questione complicata basterebbe prendere in considerazione un periodo diverso di riferimento".