FEDERICO MAGNI
Cronaca

Raduno a Dongo e Giulino di Mezzegra, interpellanza a Piantedosi: “I neofascisti che hanno partecipato sono stati identificati?”

“Ancora una volta offesa la memoria di quei luoghi”. La richiesta dei parlamentari dem Chiara Braga e Federico Fornaro al ministro dell’Interno

Saluto romano per commemorare i gerarchi fascisti a Dongo

Saluto romano per commemorare i gerarchi fascisti a Dongo

Milano, 29 aprile 2024 – “Sono stati identificati i neofascisti che hanno partecipato al raduno di Dongo?”. Se lo chiedono la comasca Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera e Federico Fornaro, deputato dem, firmatari dell’interpellanza urgente e presenti domenica alla manifestazione antifascista organizzata dall’Anpi a Dongo.

Domenica a Giulino di Mezzegra, davanti a Villa Belmonte, dove il Duce e Claretta Petacci furono uccisi, e a Dongo, dove il convoglio in fuga fu fermato la mattina del 27 aprile 1945 e dove furono fucilati gli altri gerarchi, è andato in scena il solito siparietto di saluti romani alla chiamata “Presente", da parte di un’ottantina di neofascisti contestati da duecento persone che hanno intonato “Bella Ciao”.

"Ogni anno si offende la memoria di quei luoghi”

"Come ogni anno, anche ieri a Dongo e a Giulino di Mezzegra, in provincia di Como, abbiamo assistito a manifestazioni e celebrazioni di chiaro stampo neofascista, con persone in divisa nera, inquadrati militarmente che ancora una volta hanno offeso la memoria di quei luoghi, dove la storia ha scritto una pagina determinante della sconfitta della vergogna fascista. Per questo abbiamo chiesto con un’interpellanza urgente al ministro Piantedosi di sapere se le forze di polizia presenti abbiano proceduto all’identificazione dei manifestanti fascisti, in particolare a Dongo, dove il luogo e il numero limitato dei partecipanti sicuramente lo consentiva”. 

"Abbiamo inoltre chiesto se, in caso di mancata identificazione, ciò sia avvenuto in base a direttive e da parte di quale autorità, governativa o di polizia, anche alla luce di pregresse dichiarazioni del ministro dell’Interno sull’utilità dell’identificazione personale come nel caso dell’antifascista che manifestò il suo pensiero nel teatro alla Scala di Milano”, aggiungono.