PAOLA PIOPPI
Cronaca

Delitto Deiana, pene confermate

Sconto di 8 mesi in appello per Monti. La vittima fu sepolta in un bosco

Il luogo in cui si concentrano le ricerche del corpo (Cusa)

Villa Guardia (Como), 26 febbraio 218 - Condanne confermate dalla Corte d’Appello di Milano per l’omicidio di Salvatore Deiana, avvenuto la notte tra l’8 e il 9 marzo 2009, il cui corpo fu trovato solo nel febbraio 2015, seppellito in un bosco di Oltrona San Mamete. Imputati per quel delitto, erano Franco Virgato, 47 anni di Appiano Gentile e Giuseppe Monti, 38 anni di Bregnano. I giudici milanesi hanno confermato la colpevolezza di entrambi, ma considerato come unico reato di omicidio volontario anche l’occultamento e altre imputazioni connesse alla soppressione del cadavere. 

Per Monti, difeso dall’avvocato Alessandro Grassotti, si è tradotto in uno sconto di pena di 8 mesi, che ha portato a 15 anni e 4 mesi la condanna, rispetto ai 16 del primo grado. Per Virgato (difeso da Eliana Zecca) invece, in considerazione delle recidive, tale valutazione non ha inciso sulla quantificazione finale della pena, che è rimasta di 20 anni. Il solo Virgato è inoltre reduce dall’ulteriore conferma in Appello della condanna all’ergastolo per l’omicidio di Ernesto Albanese, avvenuto a giugno 2014: anche in questo caso il corpo era stato seppellito, nel giardino di una abitazione di Guanzate, dopo essere stato accoltellato a morte in una zona boschiva. Dalle indagini su quest’ultimo delitto, condotte dalla Squadra mobile della Questura di Como, erano emerse informazioni che avevano consentito di risalire alla morte di Deiana, che all’epoca aveva 44 anni. La sua scomparsa era stata più volte denunciata dai familiari, senza che si riuscisse mai a capire che fine avesse fatto. 

Secondo gli inquirenti, Deiana fu ucciso come risposta a un agguato che aveva teso a Virgato nel 2002, quando aveva esploso contro di lui una serie di colpi di pistola che lo avevano raggiunto a un braccio e al torace, anche se Virgato aveva sostenuto che fosse una questione chiusa, e che non avesse alcuna intenzione di vendicarsi. Quella notte, dopo essersi incontrati nel parcheggio della discoteca Albert Club di Fino Mornasco, Deiana, Virgato e Monti erano finiti nel locale dove avevano passato le ore successive: quando la situazione era degenerata, Monti aveva impugnato un coltello e – spronato da Virgato, secondo quanto dichiarato agli inquirenti dopo il suo arresto – avrebbe accoltellato Deiana per primo, lasciando al coimputato il fendente finale.  Poi il corpo era stato lasciato nel locale alcune ore, in attesa di capire come e dove sbarazzarsene. A metà pomeriggio del giorno successivo lo avevano caricato sull’auto in uso a Monti, sfruttando l’ora di punta in cui si mettono in viaggio gli operai, per mischiarsi tra di loro e non dare nell’occhio. Anni dopo, era stato Monti a indicare il luogo del seppellimento, ma nello stesso periodo analoghe indicazioni erano arrivate anche da Luciano Nocera, coinvolto nell’omicidio di Ernesto Albanese e anche lui condannato all’ergastolo, che aveva però deciso di mettersi a disposizione degli inquirenti.