
Sono accusati di truffa aggravata per erogazioni pubbliche
In poco più di un anno, tra 2021 e 2022, il giro d’affari dell’impresa Scifo Restauri di Faloppio, sarebbe lievitato considerevolmente, grazie all’introduzione dei bonus fiscali edilizi, e in particolare del Superbonus 110%. Guadagni che formalmente derivavano da un gran numero di ristrutturazioni tra le province di Como e Varese applicando, a favore dei committenti, sconti in fattura finanziati interamente con risorse pubbliche, sfociati in crediti di imposta per 8 milioni di euro. Ma secondo la Procura di Como - che in corso di indagini ha eseguito un sequestro preventivo da oltre 3 milioni, pari al valore del profitto dei reati ipotizzati – le cose sarebbero andate diversamente. Numerosi interventi di riqualificazione energetica, benché fossero stati confermati da un architetto, non erano in realtà mai stati eseguiti, o erano stati realizzati solo in minima parte.
A conclusione delle indagini della Guardia di finanza di Olgiate Comasco, coordinate dal sostituto procuratore Alessandra Bellù, sono accusati di truffa aggravata per erogazioni pubbliche, Sebastiano Scifo, 28 anni, legale rappresentante della società, Filippo Rota, architetto di 46 anni di Annone Brianza per aver asseverato i progetti, e Gianluca Biondi, commercialista napoletano di 56 anni. L’indagine ha coinvolto altri nove soggetti, relativamente a utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Gli accertamenti di questi ultimi due anni, si sono concentrati sulle dichiarazioni della società: gli sconti applicati hanno costituito crediti d’imposta per l’impresa che ha proceduto a monetizzarli, per oltre 8 milioni di euro, presso vari istituti di credito. Le attività di polizia giudiziaria, hanno cercato riscontri dell’effettiva realizzazione delle opere edilizie dichiarate, arrivando a evidenziare che tali lavori non erano stati svolti così come dichiarato. Inoltre il meccanismo di frode, realizzato anche grazie alla collaborazione del commercialista napoletano, non si sarebbe limitato all’indebita maturazione di crediti fittizi, ma prevedeva anche l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 3 milioni di euro. Il sequestro preventivo era stato eseguito beni immobili, anche di pregio, tra cui due abitazioni in provincia di Napoli e due ville in provincia di Como e Lecco, per un valore stimato di oltre un milione e mezzo di euro, e liquidità per circa 250 mila euro.
Paola Pioppi