Coronavirus, frontalieri bloccati: si ferma anche il Ticino

Se le aziende lombarde saranno piegate quelle svizzere rischiano di finire in ginocchio

Frontalieri

Frontalieri

Como, 8 marzo 2020 -  La Lombardia chiusa fino al 3 aprile con divieto per i suoi abitanti di allontanarsi, un provvedimento che rischia di provocare uno tsunami anche oltre confine dove gli oltre 70mila lavoratori lombardi rappresentano un quarto della manodopera complessiva del Canton Ticino. Se le aziende lombarde saranno piegate quelle svizzere rischiano di finire in ginocchio, con le produzioni che potrebbero bloccarsi già a partire da lunedì quando in dogana non faranno passare i frontalieri.

La preoccupazione è talmente fondata che gli svizzeri questa volta si erano mossi per tempo, tanto da interrogarsi fin dalla mattinata di ieri sulla possibilità di non farli uscire dalla Confederazione i lavoratori italiani, obbligandoli a soggiornare in Canton Ticino finché l’emergenza coronavirus non fosse passata. Ad avanzare la proposta è stata l’Associazione industrie ticinesi allarmata dall’idea che tutta la Lombardia potesse diventare zona rossa, ipotesi che poi si è puntualmente trasformata in realtà in serata. Un incubo per industrie ticinesi che vedrebbero la loro produzione paralizzata senza l’apporto dei frontalieri. Per questo l’associazione ha inviato una lettera a tutti i propri iscritti invitandoli a "prendere in considerazione la possibilità di chiedere soprattutto al personale strategico proveniente dalla vicina Italia, di trattenersi a risiedere per un determinato periodo sul territorio svizzero qualora non fosse possibile rientrare materialmente al proprio domicilio per decisione di fatto dell’autorità estera".

Gli industriali hanno sollecitato il Consiglio di Stato "a mantenere i contatti con le presidenze delle Regioni Lombardia e Piemonte, allo scopo di essere informati tempestivamente su eventuali decisioni che dovessero prendere le autorità italiane", in modo da garantire agli imprenditori svizzeri la possibilità "di adeguarsi alla nuova situazione ma soprattutto impedendo il più possibile lo scenario che la manodopera non possa venire in Ticino per lavorare e garantire così la continuità dell’azienda". Alla fine però tutto è stato inutile, la necessità di prendere contromisure ha preso tutti in contropiede, industriali svizzeri compresi. Nell’immediato saranno loro a rimetterci, ma a medio e lungo termine rischiano di essere i lavoratori italiani. Da sempre i frontalieri sono tollerati per non dire sopportati perché costano meno degli svizzeri, ma tra i loro tanti obblighi sanno che c’è anche quello di non ammalarsi. Adesso che tutta la categoria dei frontalieri è stata messa in quarantena chi tornerà a fidarsi di loro?