Como, inquilino morì: "Comune negligente"

Dovrà risarcire 310mile euro ai familiari della vittima del monossido

Controlli alla caldaia

Controlli alla caldaia

Como, 8 aprile 2019 - Una condotta «negligente e gravemente imprudente», a causa della quale il Comune di Como aveva ommesso di mettere a norma l’impianto caldaia di un'abitazione di via San Felice. Il cui inquilino, Raffaele Donadio, era morto a 63 anni il 16 agosto 2011 a causa delle esalazioni da monossido. Ora, al termine della causa civile promossa dalla figlia della vittima, Palazzo Cernezzi è stato condannato a un risarcimento di 310.800 euro, oltre a 21mila euro di spese legali. 

Il giudice del Tribunale di Como Laura Serra ha accolto le motivazioni sostenute dall’avvocato Miriam Antonaci, relativamente alla responsabilità dell’ente pubblico nel dover garantire l’adeguata manutenzione dell’impianto. Si riteneva infatti che l’impianto fosse andato incontro a «gravi carenze strutturali», relativamente alla canna fumaria, al canale da fumo e al foro di ventilazione. Richiesta a cui si era opposto il Comune, sostenendo invece che l’assunzione letale di monossido era stata provocata da una carenza di manutenzione ordinaria e dall’assenza di adeguata ventilazione della cucina. Donadio si era sentito male alcuni giorni prima, finendo ricoverato in terapia intensiva, ma per lui non era stato possibile fare nulla.

La Procura di Como aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo, archiviato definitivamente lo scorso anno, con la motivazione che non era stato possibile individuare le figure a cui ricondurre la responsabilità di quanto accaduto. Ma la causa civile ha ricostruito a chi spettava quella manutenzione, arrivando a condannare il Comune di Como, in qualità di proprietario e locatore dell’appartamento, a cui viene attribuita la «responsabilità esclusiva» di quanto accaduto. 

La sentenza parla di «negligenza» nell’adeguamento dell’impianto, quando la caldaia venne sostituita nel 1999. Successivamente la vittima aveva iniziato a segnalare al Comune, «unico soggetto titolare del diritto di modificare l’impianto per metterlo a norma», che in quell’impianto qualcosa non andava, rimanendo però inascoltato. Nel 2009, la caldaia fu sostituita a tutti i condomini, ma non a Donadio: «Il Comune – dice il giudice – non ha fornito alcuna motivazione per giustificare tale anomalia»