ROBERTO CANALI
Cronaca

Como, ragazzo inghiottito dal Lario. Pochi minuti dopo i turisti tornano in acqua come se niente fosse

Profugo annega davanti al Tempio Voltiano: recuperato da un barista, è gravissimo. Ma i bagnanti non resistono e tornano mezz’ora dopo l’incidente, nonostante il record di vittime e i divieti

Bagnanti nel punto in cui vige il divieto (nel riquadro) subito dopo i soccorsi all'ennesima vittima

Como – Non c’è niente da fare, il Lario quest’anno è davvero destinato a battere tutti i record, anche quello dell’indifferenza o addirittura del cinismo. La prova la si è avuta nel primo pomeriggio di ieri dopo che un ragazzo appena 19enne, un rifugiato di origini egiziane, è stato ripescato dopo essere rimasto per oltre 20 minuti sott’acqua. I medici del 118 si sono dati da fare a lungo per restituire il battito al suo cuore, pur sapendo che le speranze di vita per lui erano ridotte al lumicino per via della prolungata assenza di ossigeno che ha causato danni irreparabili al cervello. Almeno in quei lunghi, interminabili minuti, le persone si sono allontanate dall’acqua, ma più per effetto della presenza della polizia che non per umana pietà.

Poi quando il ragazzo è stato portato via e anche le forze dell’ordine si sono allontanate è bastata una mezz’ora perché tutto tornasse come prima. In quello che una volta era Lariowood e oggi è il lago di casa dei Ferragnez il tutto esaurito non si registra solo nelle camere degli hotel a 5 stellle e i resort più esclusivi dove una camera in alta stagione costa non meno di 2mila euro al giorno.

Anche chi vive esistenze molto più modeste, se non addirittura precarie, non sfugge al fascino del Lario che anche il lago più vicino a Milano e all’area metropolitana. Per raggiungerlo in treno bastano pochi euro e a poca distanza dalla stazione di Como San Giovanni e da Como Lago, c’è il lungolago e la spiaggia del Tempio Voltiano, proprio dietro al mausoleo che i generosi comaschi eressero in memoria di Alessandro Volta, il loro concittadino più famoso. Nessuno o quasi di chi viene a fare il bagno qui lo sa, ma non è l’unica cosa che ignora. L’unica cosa che sanno di Como è che c’è lago e questo gli basta.

A sinistra i soccorsi al giovane. A destra la stessa spiaggia solo mezz'ora dopo, con i turisti
A sinistra i soccorsi al giovane. A destra la stessa spiaggia solo mezz'ora dopo, con i turisti

Nessuno si interroga sulla qualità delle acque, che ad esempio al Tempio Voltiano non sono per niente balneabili come ha rivelato anche l’ultima indagine di Ambientante. Qui sfocia nel lago il torrente Cosia, dove confluiscono le acque del depuratore cittadino. I comaschi non vengono a fare il bagno qui, ma vanno più avanti, al lido di Villa Olmo o quello di Villa Geno, dove però si paga. I turisti mordi e fuggi però si accontentano o forse se ne infischiano, della qualità dell’acqua e anche dei cartelli di divieto. Quello che sicuramente ignorano sono i pericoli del lago, a cominciare dalla sua profondità anche a pochi metri dalla riva e la temperatura dell’acqua che anche in piena estate è fresca, per non dire fredda. Il ragazzo egiziano che è annegato ieri non sapeva neppure nuotare, ma non è il primo, come lui era capitato neppure dieci giorni fa, domenica 13 agosto, a un altro ragazzo egiziano appena ventenne, anche lui in gita con gli amici dalla periferia di Milano.

Tragedie che si ripetono sempre uguali: si entra a fare il bagno senza sapere che il fondo digrada all’improvviso, basta un passo in più per inabissarsi di metri e chi sa a malapena galleggiare annaspa, si spaventa e inizia a bere. Ieri il giovane che è annegato era in compagnia di un gruppo di connazionali che l’hanno visto sparire, inghiottito dalle acque scure del lago a pochi passi di loro. Sono stati loro a dare l’allarme, dopo aver tentato di afferralo invano. Solo allora, per venti interminabili minuti, di fronte a quella tragedia che si consumava a pochi passi da loro, gli irriducibili bagnanti della spiaggia abusiva del Tempio Voltiano hanno avuto paura, forse rispetto, e sono usciti dall’acqua.

Le mamme e i papà hanno abbracciato i bambini e li hanno stretti a sé. Mentre tutti si allontanavano da un bar a pochi passi dalla spiaggia, il Pura Vida, un ragazzone di poco più di vent’anni, Leonardo Giaroli, correva in direzione dell’acqua. "Gioco a pallanuoto e quando mi hanno detto che c’era un ragazzo che stava annegando ho mollato tutto per correre in suo aiuto". Leonardo si è gettato con i vestiti addosso, ma anche se si è immerso più volte non è riuscito a compiere il miracolo. "L’acqua era troppo scura, non si vedeva nulla. Anche un turista mi ha raggiunto a nuoto per aiutarmi a cercarlo, ma non è servito a nulla". Il giovane egiziano è stato ripescato solo venti minuti dopo dai sommozzatori dei vigili del fuoco: era sul fondo a 4 metri di profondità. Ripescato lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Como. Negli ultimi 20 mesi sono 17 i morti annegati nel Lario, 9 solo sul ramo comasco e ben cinque in città. Una tragica contabilità da aggiornare come fosse un effetto collaterale dell’estate. Le persone affogano e i turisti tornano a fare il bagno come niente fosse. Niente e nessuno può rovinare la loro giornata al lago.