Coltellate fuori dalla discoteca. Il carpentiere resta in carcere dopo i fendenti a uno studente

L’interrogatorio del ragazzo di 23 anni: rivalità calcistica e serata alcolica

Coltellate fuori dalla discoteca. Il carpentiere resta in carcere dopo i fendenti a uno studente

Coltellate fuori dalla discoteca. Il carpentiere resta in carcere dopo i fendenti a uno studente

Resta in carcere il 23enne D.M. di Erbusco, carpentiere, responsabile, per sua stessa ammissione, dell’accoltellamento di S.C. stessa età, di Gorlago, studente universitario, episodio avvenuto nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 gennaio fuori dalla discoteca Costez, a Grumello del Monte. Ieri mattina il giovane, assistito dall’avvocato Gianbattista Scalvi, ha ribadito quanto aveva detto subito dopo il fermo davanti ai carabinieri e al pm Magnolo, titolare del fascicolo. Davanti al gip Federica Gaudino, durante l’interrogatorio di convalida, il 23enne, apparso provato e consapevole della gravità del suo gesto, ha spiegato che era stato in quel locale, e aveva trascorso la serata con alcuni amici bevendo. E proprio per via dell’alcol non ricorda più nulla. "Ero ubriaco", al punto da provocare nella sua memoria un vuoto tra il prima e il dopo le tre coltellate inferte al giovane (una al collo e due in pancia). D.M. che ha già un precedente per furto e denunce per lesioni e rissa risponde di tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Il gip ha convalidato il fermo e confermato il carcere per il pericolo di reiterazione del reato e di fuga. Il ferito, ricoverato al Papa Giovanni XXIII, si è stabilizzato, ma resta in coma farmacologico; lunedì ha subito un intervento chirurgico, il cui esito non è ancora certo. Servono 48 ore dall’operazione per capire come e se si riprenderà. E anche in considerazione delle condizioni precarie del giovane che il difensore del 23enne bresciano non ha ritenuto di chiedere, per il momento, misure alternative. La famiglia, comunque, si è detta disposta ad accoglierlo a casa. Tra i vari vuoti di memoria e i non ricordo, D.M. non ha saputo spiegare perchè quella sera fosse uscito con un coltello in tasca. Un altro lo teneva in auto e rispetto a questo ha spiegato che gli serve per lavoro (al locale erano andati con un’altra macchina). A casa, invece, in una vetrinetta possiede pugnali, un machete, coltelli di vario genere: una sua passione ha spiegato al gip. L’arma ancora non è stata trovata. Ai carabinieri ha indicato il luogo, un prato a Erbusco, dove avrebbe gettato il coltello usato per aggredire il suo coetaneo, ma non è stato trovato nemmeno con il metal detector. I futili motivi dietro l’aggressione. Il giovane ha confermato gli screzi nati fuori dal locale per questioni di rivalità tra bresciani e bergamaschi. Sarebbe scappato anche "bergamaschi di m…". Rivalità poi accentuata dai cori da stadio: i bergamaschi hanno inneggiato al Milan, i bresciani all’Inter. Ma è stato soprattutto l’alcol a portare al tragico epilogo. In sei si sono affrontati: tre da una parte, tre da l’altra. F.D.