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Cernobbio, dopo 29 anni non riapre l'Onda: estate in sordina sul lungolago

Il locale accompagnava le notti di tanti comaschi. Difficilmente riaprirà prima del prossimo autunno

Il bar Onda sul lungolago

Cernobbio (Como), 5 maggio 2019 - Si preparano a vivere un’estate in sordina a Cernobbio dove per la prima volta in trent’anni non ci sarà l’Onda a fare compagnia alle giornate, e soprattutto le nottate, di comaschi e vacanzieri. Il locale di proprietà reso una vera e propria istituzione dai gestori, la famiglia Santoro, dal gennaio scorso è infatti tornato nella disponibilità del Comune che nel lontano 1988 sottoscrisse una convenzione con concessione di diritto di superficie.

«La durata di tale convenzione era stata fissata in 29 anni dalla data del rilascio del certificato di agibilità dell’immobile – ricorda Mario Della Torre, assessore al Commercio e al Turismo in paese - atto emesso dall’Unità socio-sanitaria locale di Como il successivo 9 giugno 1989, da allora destinato a bar-gelateria-ristorante. In prossimità della scadenza della convenzione, a seguito della richiesta dei gestori, l’amministrazione Furgoni, con apposita deliberazione, aveva prorogato il diritto di superficie fino allo scorso 31 dicembre 2018». Il nuovo sindaco, Matteo Monti, ha deciso di non prorogare la concessione per elaborare un piano di valorizzazione dell’immobile.

«Abbiamo voluto dedicare più tempo di quanto previsto inizialmente per la predisposizione perché lo riteniamo strategico e parte integrante del nostro più ampio obiettivo di riqualificazione della Riva – spiega il primo cittadino - Una delle aree di maggior richiamo turistico di Cernobbio e lungo privilegiato per la socializzazione dei nostri concittadini». Non solo l’Onda, o come verrà ribattezzato il locale alla sua riapertura, per trent’anni è stato un punto di riferimento per tutto il primo bacino del lago capace di catalizzare la movida in fuga dal capoluogo per le troppe restrizioni. La scadenza del nuovo bando è fissata per l’1 luglio. L’immobile verrà aggiudicato, per un periodo di 6+6 anni, al soggetto che avrà presentato l’offerta più alta rispetto a quando stabilito a base d’asta ovvero un canone annuo compreso tra 55.000 e 75.000 euro più Iva. Quel che è certo è che il locale molto difficilmente riaprirà prima del prossimo autunno, con buona pace dei nottambuli che questa estate dovranno decidere se andare a letto presto o spostarsi altrove.