Casinò in crisi, a Campione debiti da sei anni: traballa il posto di un dipendente su tre

A peggiorare le cose sono anche le prospettive tutt’altro che rosee: i giocatori nell’anno appena trascorso sono stati 672mila, contro i 711mila di quello precedente

Un casinò (foto di repertorio)

Un casinò (foto di repertorio)

Campione d'Italia (Como), 5 marzo 2018 - I soldi veri adesso volano su Internet. Oltre un miliardo di euro di fatturato (solo stimato) nel corso dell’ultimo anno, per un confronto con l’anno precedente che segna una crescita di circa un quarto del valore. Cifre grosse che non passano più sui tavoli verdi che hanno fatto la storia. Se l’azzardo sul web macina utili, non è lo stesso per le vecchie case da gioco, zavorrate da sedi prestigiose e costose, da un numero elevato di dipendenti, talvolta muniti di privilegiate condizioni salariali, e in qualche caso da inchieste giudiziarie. E così, il poker d’oro formato da Campione d’Italia, Venezia, Saint Vincent e Sanremo si appanna e deve cercare nuove strade per superare un modello in crisi. Segni evidenti di una malattia profonda per la casa da gioco comasca, che punta a tagliare 156 dei 492 dipendenti, causa debiti: 110 milioni in 6 anni. Migliorano i conti a Sanremo, dove per attirare nuovi giocatori si stringono accordi con un privato che organizza tornei di poker. A Venezia, pur con un leggero utile, si rischia di chiudere, stando al sindaco Luigi Brugnaro, per una vertenza sindacale da 17 milioni . In Val d’Aosta, infine, nell’anno appena trascorso si è cercato di risollevare le sorti di una sala che ha chiuso il 2016 in rosso di 46 milioni. 

Non bastavano gli scandali giudiziari e l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Como, con i soldi mai pagati e dovuti dalla casa da gioco al Comune, a Campione d’Italia ora i dipendenti rischiano seriamente di perdere il posto di lavoro. Sono 156, per i quali il Comune non ha intenzione di revocare i tagli, dal momento che il casinò sulle rive del Lago Ceresio ha debiti di 11 milioni di euro e da tempo è in crisi. Salteranno i fattorini, resteranno a casa tre dipendenti ogni dieci. E ancora non si conoscono gli sviluppi del fascicolo aperto sul tavolo dei pm, che ha portato ad acquisizioni di documenti nelle sedi istituzionali. A peggiorare le cose sono anche le prospettive tutt’altro che rosee: i giocatori nell’anno appena trascorso sono stati 672mila, contro i 711mila di quello precedente.