
Via Corbetta, dove Manno ha sparato (Cusa)
Cantù, 29 ottobre 2016 - A processo il 6 dicembre per tentato omicidio con rito abbreviato, Antonio Manno, ha alle spalle una confessione in cui ha raccontato cosa lo ha spinto a sparare ad Andrea Giacalone la sera del 3 agosto scorso, ma non dove ha fatto sparire il fucile. Così il luogo in cui è stata nascosta quell’arma, una doppietta a canne mozze, rimane il punto di domanda di questa indagine. Manno, ventunenne residente a Cantù, aveva infatti dichiarato di essersene disfatto mentre stava scappando dalla piazza, a tarda ora di quella notte in cui ha lasciato a terra Giacalone, barman di 25 anni di Cantù, con cui aveva avuto una discussione. Ferito al volto con un colpo di fucile sparato a bruciapelo, al culmine di una rabbia ormai incontenibile. Ma l’aggressore, non è mai stato in grado di dire dove abbia nascosto il fucile, sostenendo che lo stato confusionale che gli è montato dopo aver esploso quei colpi, gli ha annebbiato anche la memoria, oltre all’autocontrollo. È l’unico aspetto che rimane non chiarito in una vicenda avvenuta sotto gli occhi di una quantità di persone, a partire dalla sorella di Giacalone. Il ragazzo, finto in ospedale in fin di vita, con lesioni gravissime all’occhio e al volto, si è man mano ripreso, grazie a due interventi chirurgici che, nel giro di alcune settimane, hanno reso sempre meno drammatico il quadro clinico con il quale era arrivato al pronto soccorso.
Manno era sparito, ricercato in tutta Italia e anche all’estero, dove si riteneva potesse esserci qualcuno in grado di dargli una mano a nascondersi. Per giorni i carabinieri, e in generale le forze di polizia, lo avevano cercato ovunque, divulgando la sua foto. Ma in carcere era arrivato da solo, la sera del 9 agosto, dopo essersi costituito al carcere di Opera. Nel frattempo i carabinieri di Cantù avevano già ricostruito ogni aspetto di ciò che era accaduto in piazza Garibaldi, durante uno degli affollatissimi mercoledì di divertimento. La lite tra Manno e Giacalone per questioni legate alla frequentazione di una ragazza, e poi il ritorno di Manno in piazza, alla fine del turno di lavoro di Giacalone.