
Il rogo della Giubiana è una tradizione
Cantù (Como), 31 gennaio 2019 - "Tutta colpa della Giubiana". I beninformati non hanno alcun dubbio: a seminar zizzania tra Cantù e Mariano Comense questa volta è stata proprio lei, la castellana infida e dispettosa che secondo la tradizione consegnò le chiavi della città al nemico e per questo si è meritata una “damnatio memoriae” che in confronto il “MeToo” va declassato a scaramuccia.
L’ennesima rivalità di campanile è nata attorno alla sua festa, che poi coincide con un rogo, organizzata in pompa magna nella “città del mobile” e invece cancellata a Mariano Comense, ufficialmente perché nessuno vuole prendersi la briga di contravvenire alle normative che vietano l’accensione dei falò per il pericolo di provocare incendi. E siccome a Cantù comandano la Lega e il centrodestra e a Mariano invece il Pd, è bastato un niente per buttarla in politica.
"Non si è fatto niente per celebrare il Natale, nessuna celebrazione per la Giornata della memoria e adesso hanno cancellato anche la Giubiana, questa Giunta ha ridotto Mariano a un dormitorio – si lamenta il carroccio –. Non hanno rispetto neppure per le tradizioni". Prova a difendersi il vicesindaco, Fermo Borgonovo, secondo il quale la responsabilità non è da attribuire al Comune, ma a una decisione dei privati. "Non siamo noi ad organizzare la festa – ribatte –. Le norme sul pericolo di incendi valgono qui come altrove, ma nessuno a onor del vero ha chiesto una deroga per organizzare questo evento. Gli anni scorsi era la Protezione civile ad occuparsi di tutto, quest’anno non può e gli organizzatori hanno deciso diversamente".
Così per la prima volta dopo dieci anni niente rogo nel parco di via dei Vivai o in via del Ciocchino. Questa sera il fantoccio, realizzato dai ragazzi della cooperativa sociale Penna Nera, verrà issato simbolicamente sulla pira e graziato, per la gioia delle femministe e la disperazione degli irriducibili della cabala.
Ai marianesi non resterà che starsene a casa, oppure sfidare il freddo e controvoglia andare a festeggiare dai loro "cugini" di Cantù, che per la loro Giubiana hanno preparato un falò alto più di sei metri in piazza Garibaldi. Prelevato dall’Usteria Pianella, dove fa compagnia ai clienti da una settimana, il fantoccio con le sembianze dell’infida castellana verrà condotto in corteo in piazza dove, letta la sentenza di condanna a morte, verrà acceso il rogo. L’anno scorso erano più di cinquemila ad assistere all’evento, che viene seguito da uno spettacolo pirotecnico e da abbondanti abbuffate e libagioni a base di vino rosso e risotto con la luganega nei ristoranti del centro. Abbastanza per provocare un travaso di bile ai vicini di Mariano che non si danno pace. "Tutta colpa della Giubiana".