Campione d'Italia, sequestrati i bilanci comunali dal 2015

Guardia di finanza in municipio per il fallimento del casinò

La Guardia di finanza

La Guardia di finanza

Campione d'Italia (Como), 12 settembre 2018 - Guardia di finanza ieri mattina in Comune a Campione d’Italia per acquisire la documentazione amministrativa degli ultimi tre anni, e più in generale dal periodo in cui l’ente pubblico ha iniziato a manifestare i primi segnali di dissesto finanziario. I militari si sono presentati con un “ordine di esibizione di atti in copia”, disposto dal pubblico ministero di Como Pasquale Addesso, che assieme al procuratore capo Nicola Piacente coordina le indagini.

Di fatto si tratta del prima acquisizione organica e completa di tutta la gestione economica del Comune, per consentire agli inquirenti di ricostruire le spese sostenute negli ultimi anni, le scelte relative alla gestione delle casse, e la provenienza della copertura economica con cui sono stati garantiti i pagamenti, seppure parziali, da parte del Comune. Da queste analisi, che proseguiranno nelle prossime settimane, dovrebbe emergere la modalità di gestione dell’ente pubblico, la cui sopravvivenza era garantita dagli utili del Casinò di Campione, andato incontro negli ultimi mesi al dissesto finanziato a fronte dell’indebitamento accumulato dalla società di gestione della casa da gioco, che ha raggiunto quota 132 milioni di franchi. È questa infatti la cifra che ha spinto il Tribunale di Como a dichiarare a fine luglio il fallimento della casa da gioco. Un epilogo scaturito dall’istanza fallimentare presentata dalla stessa Procura di Como, che poco più di un anno fa ha aperto un fascicolo per peculato, nato dall’esposto presentato dall’attuale sindaco Roberto Salmoiraghi – all’epoca consigliere di minoranza – con cui segnalava i prima mancati versamenti a favore del Comune.

L’indagine tuttora in corso, che ipotizza condotte di peculato, di fatto ha portato alla luce una situazione finanziaria drammatica, tale da spingere la Procura a presentare istanza di fallimento, per mettere fine a una situazione che appariva in caduta libera. Ma ora la necessità è avere un quadro completo di quello che è accaduto nell’enclave in questi ultimi anni: quanti e quali soldi sono girati, come sono stati gestiti e spesi. Non solo dalla società che gestiva l’azienda privata Casinò di Campione, ma anche dall’amministrazione pubblica la cui disponibilità economica si è progressivamente ridotta all’osso