Campione d'Italia, la crisi colpisce anche i bambini: chiuso il centro sportivo

Il Comune non ha i soldi per pagare l'assicurazione

Conferenza davanti al presidio fisso a Campione d'Italia

Conferenza davanti al presidio fisso a Campione d'Italia

Campione d'Italia (Como), 10 marzo 2019 - Dopo la scuola materna e il centro di aggregazione per i giovani adesso è la volta del centro sportivo, chiuso perché il Comune non ha i soldi per pagare l’assicurazione.  E' l’ultima decisione del commissario Giorgio Zanzi che senza risorse e non sapendo più cosa tagliare si è visto costretto a mettere il lucchetto sul Campo Scirée. Abbastanza per far imbufalire gli abitanti dell’ex clave che si sono arrabbiati quasi come un mese quando a rimanere al freddo erano stati, per un paio di giorni, i bambini delle elementari a causa del mancato rifornimento di gasolio. «Non bastavano gli adulti – si lamentano i campionesi – adesso se la prendono anche con i ragazzi che non possono più andare a tirare neppure due calci al pallone».

L’ennesima scoppola dopo la decisione del commissario, un paio di mesi fa, di tagliare i contributi destinati a integrare la retta degli studenti iscritti alle scuole del Canton Ticino. Una scelta destinata a pesare sul bilancio familiare delle famiglie con ragazzi iscritti alle scuole superiori e all’università visto che elementari e medie sono garantite in paese. «Ancora per poco – si lamentano i genitori – dopo il taglio dell’indennità di confine alle insegnanti chi vorrà venire a fare lezione in un paese? Si tornerà alla situazione che c’era negli anni ’70 quando a Campione c’erano classi che cambiavano anche sei o sette maestre in un anno». Per molti il rischio è che di questo passo dell’identità del paese rimanga poco o niente mentre chi può sta abbandonando l’ex clave per trasferirsi in Svizzera dove almeno il sussidio di disoccupazione è garantito, per ora con lo stato di Aire ovvero italiano residente all’estero e poi si vedrà. Una vera e propria debacle nell’attesa dell’arrivo di una decisione da Roma dove la politica sembra essersela presa comoda visto che da un paio di mesi si attende, in vano, la nomina del commissario stroardinario per il casinò che si sarebbe dovuto nominare entro la metà di gennaio. Chi non perde tempo è il Casinò Lugano, sull’altra sponda del lago, che a febbraio ha battuto un nuovo record con il 38% in più di visitatori rispetto ai dati del 2018, un aumento delle puntate al tavolo verde del 49% e alle slot del 42%. «La clientela che ha lasciato Campione cercava delle alternative – spiega il presidente del Casinò di Lugano, Emanuele Stauffer - L’incasso di 44,5 milioni di franchi nel 2018 si conferma il miglior risultato degli ultimi 5 anni, con un aumento del 42% rispetto al 2017. Gli investimenti effettuati aprendo due nuove sale e assumendo 30 persone in più hanno permesso di servire una clientela maggiore, che ha superato quota 328’000 giocatori facendone la prima casa da gioco della Svizzera».