I francesi puntano su Campione: proposta da 36 milioni per gestire il casinò

Oltre al gioco puntano ad aprire un hotel a 5 stelle, una spa, una fondazione di arte contemporanea, abitazioni e uffici

 Il fallimento di Campione ha messo sul lastrico 460 persone

Il fallimento di Campione ha messo sul lastrico 460 persone

Campione d'Italia (Como), 5 luglio 2019 - Toccherà al commissario governativo Maurizio Bruschi stabilire la via migliore per riuscire a riaprire il casinò che a oggi è la sola azienda, l’unica attività economica di rilievo, presente nell’exclave. Il funzionario che è rimasto per quasi due mesi a Campione d’Italia è rientrato a Roma e sta preparando la sua relazione per il Governo. Tra l’ipotesi di continuare salvando la vecchia azienda, dopo un’opportuna modifica del cda da aprire a nuovi soci come la Regione e la Cassa depositi e prestiti che potrebbero portare nuovi capitali, o la tentazione di lasciarla fallire fondandone una nuova, si fa largo anche una terza via, che presuppone l’ingresso di privati.

L’idea l'aveva già avuta l’allora sindaco Roberto Salmoiraghi che avrebbe volentieri affidato la gestione del casinò, insieme a tutti i problemi, a un privato in caso di un incasso certo e garantito per il Comune. Alla fine però non se ne fece nulla e i troppi debiti travolsero la casa da gioco e il Comune. Un’offerta sul tavolo ci sarebbe, ad avanzarla un paio di settimane fa una società a capitale francese, la Propriétés &Co – Hpa Holding attraverso una manifestazione d’interesse depositata in municipio dall’avvocato comasco Paolo Gatto. In sostanza il gruppo che è specializzato nello sviluppo delle destinazioni turistiche è pronto a impegnarsi nel rilancio della casa da gioco per trasformarlo, nell’arco dei prossimi 8 anni, nel primo casinò d’Europa. L’obiettivo non è così difficile da raggiungere, visto che appena tre anni fa l’allora amministratore delegato Carlo Pagan era riuscito nell’impresa di trasformare Campione nel primo casinò italiano e nel secondo del continente, con un progetto di crescita che si è arrestato dopo l’elezione di Roberto Salmoiraghi il quale da sindaco e socio unico della casa da gioco, lo sostituì nell’arco di pochi mesi. I francesi per poter operare chiedono una concessione di gestione di almeno vent’anni e sono disposti a mettere sul tavolo un capitale di oltre 36 milioni di euro, 6 milioni in fondi e il resto garantito da una fideiussione.

Oltre al gioco puntano ad aprire in paese un hotel a 5 stelle, una spa, una fondazione di arte contemporanea, abitazioni, uffici e un centro commerciale tutti gravitanti all’interno e nelle immediate vicinanze nell’immensa struttura realizzata dall’archistar elvetica Mario Botta. Tra i vantaggi per la comunità di Campione, ridotta praticamente sul lastrico con 460 persone che sono rimaste senza lavoro dopo il fallimento dichiarato dalla casa da gioco, ci sarebbe la creazione di 250 posti di lavoro, in buona parte a loro riservati. Per dare più credibilità al piano all’interno del documento ci sarebbe già il nome del nuovo direttore, Eric Perrin, numero uno del casinò di Annecy in Francia che è già tra i gioielli della Hpa Holding. Gli investitori transalpini hanno fretta, chiedono di ricevere una risposta entro la metà di luglio oppure sposteranno i loro interessi altrove. La parola passa al Governo che difficilmente prenderà una decisione prima della fine dell’estate.