
Gianluca Zambrotta (Cusa)
Como, 13 novembre 2016 - Dopo che il procuratore fallimentare Francesco Di Michele, ha fissato la data per l’asta di vendita della società, sono iniziate a circolare tutte le voci su probabili acquirenti, che il 16 dicembre si presenteranno alle 11, nell’aula a piano terra del Tribunale di Como. Si parla di diverse cordate che si stanno formando per cercare di acquistare alla prima asta la società, perché pare che in questo caso non scatti il classico gioco di lasciare le prime aste deserte per abbassare il prezzo. Una è capitana dal presidente onorario Gianluca Zambrotta che si sta formando intorno a dirigenti e finanziatori del suo centro sportivo, molto attiva anche quella dell’attuale direttore generale del Como Diego Foresti, che sta prendendo contatti con industriali della Brianza e della bergamasca che gravitavano intorno al Monza e l’Atalanta. Anche l’ex presidente Antonio Di Bari, ha avviato alcuni contatti in città per vedere di ricostituire un gruppo di imprenditori e dirigenti in grado di acquistare il Como.
Due invece le cordate esterne alla città che quasi sicuramente si presenteranno il 16 dicembre, la prima formata da un gruppo di imprenditori romani, che avevano già avvicinato il presidente Porro prima del fallimento e un’altra che arriva dall’estremo oriente.I pretendenti ci sono e sono tanti, allettati dalla bassa partenza della base d’asta che è di 713.000 euro, un valore stimato dall’ avvocato Filippo Cavadini, che è anche procuratore Fifa, che è ha considerato il valore dei giocatori della prima squadra e del settore giovanile 550.000 euro. A questa cifra va aggiunto il valore dei beni di proprietà del Como che è di euro 163.000, che non comprendono però il centro di Orsenigo e lo storico marchio Como 1907. Orsenigo è di proprietà della 3sc la società che ha gestito il Como negli ultimi 4 anni, che ha stabilito un canone di affitto per il Como di 120.000 euro annui per 12 anni. Il marchio invece è stato ceduto ad una agenzia di comunicazioni esterna e i nuovi proprietari se vogliono ricomprarlo dovranno sborsare 90.000 euro. Per Orsenigo è in atto un azione legale che verrà discussa nel 2017, per riportare la proprietà del centro al Calcio Como, mentre per il marchio il curatore fallimentare ha rinunciato ad azioni legali perché avrebbero allungato i tempi di attesa per l’asta.
I tifosi hanno opinioni discordanti, se da un parte il prezzo il basso può essere allettante per una rapida vendita, dall’altra il dover rinunciare al nome, al marchio e a Orsenigo viene visto come una possibile eliminazione della storia del Como. «Sono stato contattato da diversi professionisti ed intermediari» dice il procuratore Francesco Di Michele «ma non sono usciti nomi di imprenditori. È anche probabile che si presentino più soggetti e abbiamo fissato un rilancio di 30.000 euro, che potrebbe far salire il prezzo durante l’asta. Nel caso andasse deserta fisserò subito un’altra asta entro 35 giorni, ma in questo caso il Como non potrebbe partecipare al mercato di riparazione di gennaio, in quanto le risorse dell’esercizio provvisorio sono quasi esaurite». Ma difficilmente l’asta andrà deserta, sono ben cinque le cordate che si stanno formando.