REDAZIONE COMO

Finanzieri trovano arnesi da scasso, ma devono restituirli

Il sequestro può scattare nel caso di malviventi con precedenti specifici o in flagranza di reato. Così la lotta ai furti in casa si scontra con la normativa di PAOLA PIOPPI

Arnesi da scasso

Como, 18 gennaio 2016 - Cacciaviti, pinze e altri attrezzi di uso variabile: da lavoro, ma anche da scasso. Sono stati trovati da una pattuglia della Guardia di finanza di Ponte Chiasso nei giorni scorsi, su un’auto ferma in piazzale Anna Frank, a pochi passi dalla dogana. I militari, per svolgere il controllo, hanno interrotto l’incontro tra un italiano e due albanesi, uno dei quali con precedenti di polizia. I tre non hanno saputo giustificare il possesso di quegli oggetti - attrezzi da falegname ma anche da scassinatore, con cui si possono forzare finestre e serrature - e neppure il capiente doppiofondo che quell’auto aveva all’altezza del cambio, in quel momento vuoto. «Serve a nascondere gli attrezzi per non farceli rubare», avrebbero detto, genericamente. I militari hanno proceduto al sequestro di auto e attrezzatura, qualificata come “possesso ingiustificato di grimaldelli”. Ma nel giro di poche ore, hanno dovuto restituire tutto. A favorirli è una normativa che autorizza questo genere di sequestri solo a carico di persone che abbiano precedenti specifici e definitivi per reati contro il patrimonio. In questo caso, nessuno dei tre rispondeva a questi requisiti. Così il tentativo di svolgere attività di prevenzione contro i furti in abitazione, che stanno tartassando il territorio, si scontra con una normativa che permette alle forze di polizia di procedere solo in flagranza di reato.

A realizzare questi colpi in serie sono spesso piccole bande che girano alla ricerca di case in cui fare incursioni veloci. Il sequestro può essere una prima azione di contrasto. Ma per procedere è necessario trovarsi davanti a persone che abbiano già alle spalle un iter giudiziario concluso e specifico. Condizione in cui ci si imbatte raramente.