Una multa di 286.600 euro quella emessa dall’Antitrust a carico di ComoCalor per aver applicato prezzi eccessivamente gravosi nel settore del teleriscaldamento approfittando della sua posizione di mercato.
Il provvedimento dell’autorità garante della concorrenza riguarda le bollette emesse tra il 2021 e 2022 quando si era verificato un aumento straordinario dei prezzi del gas naturale per effetto della guerra in Ucraina e i blocchi alle importazioni dalla Russia che avevano innescato un’impennata dei prezzi nel settore energetico.
L’autorità ha avviato un procedimento sulla società presieduta da Andrea Bernasconi nel giugno del 2023, scelta insieme a Hera Spa di Ferrara e Iren Energia Spa gestore delle reti di Parma e Piacenza.
Le tre aziende sono state scelte anche in ragione della tecnologia impiegata che poco o per nulla dipende dal gas. A Como ad esempio il calore viene ottenuto attraverso l’impiego del termovalorizzatore mentre a Ferrara si utilizzano i rifiuti e l’energia geotermica. Ciononostante i prezzi tra la fine del 2021 e tutto il 2022 avevano subito un’impennata.
Al termine di complesse istruttorie, l’Antistrust ha riscontrato l’applicazione di prezzi ingiustificatamente gravosi nelle reti di Ferrara e di Como nell’anno 2022 e ha irrogato una sanzione di 1.984.736 euro nei confronti di Hera Spa. e di 286.600 euro nei confronti di ComoCalor Spa.
"Riteniamo ingiusta la conclusione a cui è giunta l’Agcm e stiamo valutando di far valere le nostre ragioni presso le sedi opportune – annuncia Giovanni Chighine, amministratore delegato di Comocalor –. Va anzitutto precisato che il principio di agganciare il prezzo dell’energia termica a quello del gas, applicato da Comocalor in coerenza con le regole della concessione in essere con il Comune di Como, è quello che anche Arera (Autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente) ha definito per il calcolo del vincolo ai ricavi per i gestori di reti di teleriscaldamento".
La società poi contesta il periodo preso in considerazione. "Limitare la valutazione a un periodo ristretto è fuorviante e non consente di stabilire in maniera puntuale la marginalità del servizio – conclude l’ad –. Sarebbe invece corretto valutare i risultati considerando un arco temporale più ampio in quanto nel tempo si sono verificate situazioni opposte a quelle del periodo considerato, come l’anno scorso quando abbiamo riconosciuto ai consumatori un ristoro di circa 200mila euro per effetto della capacità virtuosa di produrre calore mediante il termovalorizzatore".