Un milione di franchi per renderla potabile: l’acqua del lago di Lugano finisce a tavola

Il Cantone Ticino alla ricerca di nuovi approvvigionamenti per la sua rete d’acquedotti

Acqua

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Porlezza (Como), 2 dicembre 2019 - Belle da vedere e anche da bere le acque del Ceresio. Almeno per gli svizzeri pronti a spendere un milione di franchi, oltre 900mila euro, per utilizzare le acque del lago come fonte illimitata per approvvigionare gli acquedotti del Canton Ticino. Il progetto di un primo impianto pilota è stato approvato nell’ultima seduta dell’Acquedotto Regionale del Mendrisiotto, l’ispirazione è arrivata da un sistema già collaudato sul lago di Bienne nel Canton Berna. Un’assicurazione verso i cambiamenti climatici il cui effetto si è fatto sentire anche oltre confine.

L’estate scorsa ad esempio anche comuni in cui l’acqua non è mai mancata, come Novazzano, sono rimasti a secco e sono dovute arrivare la autobotti. Siccome gli svizzeri sono previdenti hanno deciso di collegare in rete tutti i paesi appena del Mendrisiotto, appena passato il confine, sfruttando le acque del lago come un immenso serbatoio. «Negli ultimi anni la qualità delle acque del Ceresio sono notevolmente migliorate – spiegano i responsabili dell’Acquedotto regionale – Abbiamo ottenuto l’ok di tutte le comunità per installare a Riva San Vitale una stazione di potabilizzazione e iniziare la sperimentazione che proseguirà per un anno». Nel corso delle stagioni infatti le acque del lago, che è un vero e proprio organismo vivente, si modificano cambiando consistenza e temperatura. La cosa indispensabile per superare il test è che dovranno rimanere sempre potabili durante tutto l’arco dell’anno. In quel caso dalla Confederazione Elvetica potrebbe arrivare un tesoretto di altri 4 milioni di franchi, oltre 3,5 milioni di euro, per far partire definitivamente il sistema che garantirà agli svizzeri di non rimanere più a secco.