
Due condanne a tre anni e cinque mesi e una a due anni. E condanna pure per la...
Due condanne a tre anni e cinque mesi e una a due anni. E condanna pure per la società, di cui sono state chieste 400 quote. Questa la conclusione della requisitoria in aula ieri del pm della Dda Teodoro Catananti. Sul banco degli imputati – con l’accusa di avere avvelenato dalla fine degli anni ‘80 al 2020, quando scattarono i sequestri, il torrente Carfio in Vallesabbia – è finito lo storico polo siderurgico bresciano Iro di Odolo, citata a giudizio ai sensi della legge 231 con l’ex presidente Carlo Oliva (deceduto, ndr) e gli amministratori Carlo Leali e Nicola Pasini. Coimputato l’imprenditore Marco Pasini, titolare delle acciaierie Ilfso e Pasini (ormai chiuse).
Per la Procura gli ex amministratori della Iro meritano tre anni e cinque mesi di carcere: Leali, direttore dello stabilimento di Odolo dal 1984 a 2014 ed esponente del CdA dal 1989 al 2004 e dal 2017 al maggio 2020; e Nicola Pasini, direttore dello stabilimento dal 2014 e membro del CdA dal 2005, per risparmiare anziché mettere in sicurezza una discarica di scorie sui terreni aziendali ad Agnosine "abusivamente esercitavano attività di raccolta, stoccaggio, trattamento e smaltimento" di rifiuti nel torrente, riversandovi ingenti quantità di percolato rilasciato a flusso continuo.
Pur a conoscenza della natura inquinante del percolato, la Iro non avrebbe impedito il significativo deterioramento dell’ecosistema del torrente, sottoposto a vincolo paesaggistico e idrogeologico. Quanto a Marco Pasini, il pm ha chiesto 2 anni: anche lui dal 1987 avrebbe abusivamente scaricato nel torrente acque reflue contaminate da veleni e percolato prodotti dalle sue discariche.
B.Ras.