
La Dnf Sport che gestiva gli impianti della Val Palot è in liquidazione. Scelta obbligata dai titolari finiti nei guai per la morte di un lavoratore
Pisogne (Brescia) – Le prime attrezzature sono state vendute: i cannoni sparaneve e i gatto delle nevi che fino a poco tempo fa si potevano ancora vedere in Val Palot ora si trovano in altre località sciistiche come Borno o Montecampione, che li hanno acquistati. Presto tutto sarà alienato e smantellato. Si tinge così di nero il futuro della località, il più piccolo comprensorio sciistico del Bresciano, spesso scelto dalle squadre italiane ed europee di sci alpino per gli allenamenti, grazie alle caratteristiche tecniche della pista. La Dnf Sport, che gestiva gli impianti della Val Palot, è in liquidazione dall’inizio dell’estate.
Una scelta obbligata per i titolari, indagati per omicidio colposo aggravato dopo la morte sul lavoro dell’operaio Angelo Frassi, nel dicembre 2024. L’incidente, avvenuto sulle piste di Pisogne quando Frassi, sessantasettenne, è caduto dal pilone di uno skilift su cui non avrebbe dovuto operare, ha portato a un’inchiesta che ha accertato anche il tentativo di occultare la dinamica della tragedia.
Il corpo secondo la Procura sarebbe stato spostato e dichiarata una morte fittizia per malore. Ora, per far fronte ai debiti e alle spese legali, la società ha avviato lo smantellamento. Solo lo skilift coinvolto nella tragedia resta sotto sequestro, e quindi non è in vendita. Intanto il Comune di Pisogne assicura: i 900mila euro di contributi regionali per la riqualificazione dell’area restano disponibili.
Discorso ben diverso in Valle Trompia, dove la società che fa capo all’imprenditore Mauro Tognoli non solo sta pensando ad aprire in inverno e quindi a ripristinare le piste, ma anche a rendere l’Alpe maggiormente attrattiva pure in estate, autunno e primavera. Il Comune di Collio, che possiede gli impianti, sarà partner attivo del progetto.