MILLA PRANDELLI
Cronaca

Un’altra estate senza Forra. Messa in sicurezza dalle frane: un modello di rischio in 3D

Tremosine, studio congiunto Provincia-Politecnico. Doveva essere già aperta .

Una serie di distacchi nel 2023 fecero scattare la chiusura della strada ribattezzata da Churchill “l’ottava meraviglia del mondo”

Una serie di distacchi nel 2023 fecero scattare la chiusura della strada ribattezzata da Churchill “l’ottava meraviglia del mondo”

La Strada della Forra transitabile resta un sogno lontano: data la conformazione del territorio, con una serie di rocce che si stagliano a picco sulla gola dove essa transita. Per ora è chiusa e non pare tornerà percorribile così velocemente. La Strada della Forra, il tracciato spettacolare che Winston Churchill ribattezzò "l’ottava meraviglia del mondo", è sbarrata e non transitabile da due anni perché vittima del suo eterno nemico: il dissesto idrogeologico. Dal 16 dicembre 2023, le barriere all’imbocco con la Gardesana bloccano l’accesso, rendendo le frazioni in quota più lontane dalla riva. Le strade alternative ci sono, ma sono lunghe, tortuose e poco amate dai turisti. I residenti, che devono andare al lavoro o scendere sulla costa, sono costretti a deviazioni estenuanti per spostamenti che prima richiedevano pochi minuti. Intanto, la Provincia di Brescia, proprietaria della strada, lavora con il Politecnico di Milano a un "modello di rischio" in 3D per prevedere nuove frane e attivare un sistema di allerta.

Ma i tempi? Al momento si sono dilatati rispetto alle previsioni, che avrebbero voluto la strada già riaperta. La Forra non è solo un percorso mozzafiato tra pareti a picco sul Garda: è una delle vene, sicuramente la principale, che porta il sangue vitale di Tremosine. Senza di lei, ristoranti, agriturismi e B&B vedono calare le prenotazioni, mentre i motociclisti e i ciclisti, che qui venivano da tutta Europa, scelgono altri itinerari. Gli stranieri, che a Tremosine arrivavano per gli scorci mozzafiato sulle acque del Benaco e anche per la tanto decantata strada sono leggermente in calo, tolta una delle attrattive che li richiamava in questo angolo di Benaco.

La storia si ripete: già nel 2020 una frana costrinse a una chiusura prolungata, che creò non pochi problemi al turismo locale poiché la strada venne chiusa per sei mesi. Ora gli anni trascorsi sono due e l’unica certezza è il pericolo sulle teste a cui si affianca l’indefesso lavoro della Provincia, che ha come obiettivo principale la sicurezza delle persone e quindi attende i giusti tempi.Milla Prandelli