
Intervenuta la polizia (foto di repertorio)
BRESCIA – La polizia di Stato mette in manette i finti carabinieri. Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per due uomini italiani, D.S., 49 anni e F.M., 46 anni, indagati per estorsione aggravata. I due, fingendosi carabinieri e periti della Procura, lo scorso 4 febbraio hanno raggirato una famiglia bresciana, sottraendo 8.000 euro in contanti e gioielli per 90.000 euro.
La truffa è iniziata con una telefonata: in cui un finto carabiniere avvertiva la famiglia di un’imminente perquisizione, sostenendo che la loro auto fosse coinvolta in una rapina. Poi, uno dei due si è presentato a casa, minacciando conseguenze se non avessero collaborato. La madre, intimorita, ha consegnato il bottino di quasi 100.000 euro. Le indagini sono partite immediatamente dopo la denuncia della vittima.
Le indagini della Squadra Mobile di Brescia hanno portato all’identificazione dei due presunti autori, già noti come “trasfertisti” dalla provincia di Napoli. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto, mentre il Questore Paolo Sartori ha emesso fogli di via obbligatori con divieto di rientro a Brescia per 4 anni. Violare il provvedimento comporterebbe fino a 18 mesi di carcere.
“Questa tipologia di truffa rappresenta una forma di reato particolarmente odiosa, poiché colpiscono solitamente le fasce più deboli della popolazione, traendole in inganno mediante espedienti e raggiri posti in atto con modalità particolarmente subdole – ha ribadito il questore Sartori –. Per questo motivo la Polizia di Stato è da sempre attenta riguardo a questo fenomeno delinquenziale, e le iniziative di informazione e sensibilizzazione sull’argomento, attuate oramai da tempo in ambito nazionale, sono particolarmente efficaci nel contribuire ad accrescere il livello di consapevolezza, fornendo nel contempo alle potenziali vittime un valido contributo per consentire loro di riconoscere le truffe e denunciarle tempestivamente”.