REDAZIONE BRESCIA

Strage di piazza della Loggia, Csm: archiviata pratica di incompatibilità tra giudice Spanò e la pm Panico (marito e moglie)

Nei giorni scorsi la notizia della decisione del magistrato di trasferirsi dal settore penale a quello civile (per scongiurare il trasloco della compagna). Ecco cosa è emerso dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura

Il giudice Roberto Spanò e la pm Roberta Panico

Il giudice Roberto Spanò e la pm Roberta Panico

Brescia, 16 luglio 2025 – Il plenum del Csm ha disposto l'archiviazione della pratica di incompatibilità tra il giudice Roberto Spanó e la moglie pm Roberta Panico, che da 17 anni lavorano all'interno dello stesso Palazzo di Giustizia a Brescia. La decisione è arrivata dopo che Spanó ha scelto di trasferirsi dal settore penale a quello civile. "Non per una scelta professionale - ha spiegato- ma al solo e unico scopo di scongiurare il trasferimento ad altra sede della dott.ssa Panico che per questione di anzianità professionale sarebbe dovuta andare via lei da Brescia".

Durante la discussione al plenum per il vice presidente del Csm Fabio Pinelli: "Marito e moglie sono stati 17 anni nello stesso Tribunale e per sette anni su 17 il marito ha fatto il presidente di sezione e la moglie la pm e non va bene. La magistratura dovrebbe spontaneamente rimuovere queste situazioni e non bisognerebbe attendere l'intervento del Consiglio superiore della magistratura". Il Csm ha affrontato anche il tema dei processi penali "prossimi alla conclusione" ai quali - come indicato dalla Prima Commissione - potrà essere applicato Spanó che sta affrontando tre processi per femminicidio, oltre al caso Sana Cheema uccisa in Pakistan dai familiari per aver detto no al matrimonio combinato. E poi è presidente della Corte d'Assise nel processo sulla Strage di Piazza Loggia a carico di Roberto Zorzi uno dei presunti esecutori materiali.

Il Tribunale di Brescia ha già fatto sapere che "il processo andrà avanti" anche se lo stesso Spanó dovrà eventualmente accettare di essere applicato. Accolta la posizione del consigliere Roberto Fontana "per togliere dalla delibera di archiviazione la frase dei "processi prossimi alla decisione" per affidare al presidente del Tribunale di Brescia il compito di valutare quali sono i processi che potrà ancora seguire Spanó considerando l'importanza del processo sulla strage di Brescia”. 

Senza questo intervento sarebbe stato difficile ritenere "prossimo alla conclusione" il processo strage visto che sono stati ascoltati 22 testimoni su 139. Rigettata invece la richiesta del relatore Marco Bisogni che avrebbe voluto "la cancellazione all'interno del provvedimento di archiviazione di una nota in merito ad un passaggio chiarito da Spanó durante l'istruttoria e che avrebbe restituito alla delibera la corretta impostazione". Una nota che Spanó ritiene "irrispettosa" e che allo stesso Csm aveva chiesto di cancellare e che invece resta.

"Bisognava evitare motivazioni esondanti perché il caso andava archiviato dopo il passaggio di Spanó al civile e perché si tratta di una nota unilaterale che non tiene conto dell'istruttoria" ha aggiunto il consigliere Andrea Mirenda. Per Fontana "andava tolta perché ha creato inutili tensioni all'interno del Tribunale di Brescia". La nota con 17 voti contrari e 14 favorevoli non è però stata cancellata.