Anniversario della strage di piazza della Loggia: il messaggio di Sergio Mattarella

Il capo dello Stato: “Il Paese ha un debito di riconoscenza verso la città di Brescia”

Strage di piazza della Loggia: foto d'epoca

Strage di piazza della Loggia: foto d'epoca

Brescia – Quarantanove anni fa la Repubblica italiana visse una delle sue pagine più nere. Erano le 10.12 del mattino quando in piazza della Loggia, dove ha sede il Comune di Brescia, esplose un ordigno collocato in un cestino della spazzatura.

In quel momento si stava tenendo una manifestazione organizzata da sindacati e gruppi antifascisti per condannare una serie di attentati ideati e portati a termine nella zona. Per effetto della deflagrazione morirono otto persone, più di 100 rimasero ferite.

Di certa matrice nera e inquadrabile all’interno del cupo meccanismo della strategia della tensione, che negli anni ‘60 e ‘70 ha visto settori deviati dello Stato “pilotare” l'eversione nera con l’obiettivo di minare la democrazia e far precipitare il Paese nell'instabilità, così da favorire una svolta autoritaria, la strage del 28 maggio 1974 ha avuto un percorso giudiziario tormentato, come spesso accaduto in episodi analoghi, riconducibili al terrorismo di estrema destra.

Tre le istruttorie, due i condannati in via definitiva: Maurizio Tramonte, militante di Ordine Nero e collaboratore del Sid, il servizio segreto militare, considerato fra gli esecutori materiali dell'attentato e il medico Carlo Mario Maggi, referente di Ordine Nuovo per il Triveneto, condannato come mandante della bomba.

Le vittime

Questi i loro nomi, età e professioni: Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese; Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie; Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica; Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante; Euplo Natali, 69 anni, pensionato, ex partigiano; Luigi Pinto, 25 anni, insegnante; Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio; Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio.

Il messaggio del capo dello Stato

Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in memoria degli avvenimenti bresciani. “Otto persone uccise. Oltre cento ferite. La città di Brescia sconvolta. La Repubblica ferita – queste le parole del capo dello Stato - Tanto sangue innocente fu versato la mattina del 28 maggio 1974 in Piazza della Loggia dagli strateghi del terrore e dai loro spietati esecutori per destabilizzare la democrazia, attaccare lo Stato”. L'assalto, però, seppur a prezzo di un enorme pegno di sangue, fu respinto. “I piani eversivi del terrorismo neofascista vennero contrastati e sventati – prosegue Mattarella – In fedeltà ai principi costituzionali. Protagonisti furono il popolo italiano, le forze politiche e sindacali, le espressioni culturali e sociali, che seppero reagire a mezzo della partecipazione democratica".

“Vicinanza e solidarietà”

"Le sentenze sono riuscite a ricostruire circostanze e responsabilità dell'attentato di Brescia, evidenziandone la matrice e i suoi legami con l'eversione di destra", ha ricordato il capo dello Stato. "Nel giorno dell'anniversario i sentimenti di vicinanza e solidarietà si rivolgono in primo luogo ai familiari e ai discendenti di coloro che persero la vita, ai loro amici e compagni di lavoro. Alla comunità bresciana". Mattarella ha spiegato che "il Paese ha un debito di riconoscenza verso la Città di Brescia, colpita per manifestare la sua opposizione irriducibile all'eversione".

"La comunità nazionale è consapevole di quanto stretta sia la connessione tra democrazia e giustizia e per questo sente di esprimere gratitudine verso chi ha riversato nell'impegno civile - come l'Associazione dei familiari delle vittime - l'immenso dolore personale patito", ha aggiunto. "La memoria è la radice del futuro. Per questo – ha chiosato il presidente – il ricordo di oggi è un messaggio rivolto in special modo alle generazioni più giovani, a cui è trasmesso il testimone della convivenza, della solidarietà, del bene comune da riconoscere e preservare con cura, al di là di ogni legittima differenza di opinioni e interessi".

Le ultime evoluzioni

Di recente la strage di piazza della Loggia è tornata argomento di cronaca giudiziaria. Sulla base anche di una fotografia che lo ritrarrebbe in mezzo ai partecipanti alla manifestazione è stato rinviato a giudizio con l’accusa di strage Marco Toffaloni, all’epoca 17enne, anch’egli considerato militante di Ordine Nuovo. Coinvolto in questo troncone d’indagini c’è anche una vecchia conoscenza dell’eversione nera italiana, più volte inquisito anche per un suo presunto ruolo nella strage di Brescia, si tratta del sessantottenne ex ordinovista Delfo Zorzi. Il gup dovrebbe decidere sul suo eventuale rinvio a giudizio il 15 giugno, ma la data potrebbe slittare. Nel frattempo è stato depositato il ricorso dell'avvocatura di Stato contro l'esclusione di Palazzo Chigi dalle parti civili.