
Il Comitato genitori ha chiesto un incontro con l’Ufficio scolastico territoriale
Sei docenti in meno di quelli che servirebbero per mantenere le attività scolastiche capaci di rendere negli anni la primaria Calini un modello di inclusione e cuore pulsante per il quartiere. La questione va oltre le consuete difficoltà di reperimento dei docenti: il problema è che non è stato proprio assegnato l’organico necessario (di diritto). "Ci sono 261 bambini e bambine – spiega Adriana Acquaviva, rappresentante dell’attivissimo Comitato genitori scuola primaria Calini e per i Genitori dell’IC Centro 3 – con 14 classi, tutte a tempo pieno, che dovrebbero avere 28 insegnanti. Invece sono stati assegnati 2 docenti in meno sull’organico di diritto e 4 sul potenziamento. Mancano sei insegnanti, in una scuola con tanti bambini con bisogni particolari e 25 minori in lista d’attesa". Il taglio sarebbe frutto della sforbiciata sull’organico fatta dal Ministero e poi ricaduta, a cascata, sulle singole scuole, ma il condizionale è d’obbligo, perché i genitori non hanno mai ottenuto risposta dall’Ufficio scolastico territoriale guidato da Filomena Bianco.
"A luglio abbiamo chiesto un appuntamento con la dirigente dell’Ust, ma ci è stato risposto che avrebbero discusso la questione solo con la scuola. Ci siamo quindi rivolti al Ministero. Al momento non abbiamo notizie e l’organico è ancora carente", spiega Acquaviva. Intanto lunedì 22 l’orario entrerà a regime anche con la mensa, che è su due turni, e bisognerà capire come garantire la presenza adeguata di docenti. Difficile accorpare le classi, per ragioni di sicurezza: le aule sono piccole.
Preoccupazioni riguardano anche la possibilità di mantenere tutte le attività della scuola, che ha saputo farsi apprezzare anche all’estero (qualche anno fa vennero dalla Finlandia per studiarla). "La questione non è solo della Calini – conclude Acquaviva –, il tema del diritto allo studio riguarda tutta la società: se inseriamo studenti che non possono essere seguiti, a cui non viene fatta l’alfabetizzazione, è un problema di tutto il Paese".
Federica Pacella